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Luca GibelloWritten by: Inchieste

Concorsi bloccati: quante occasioni perdute!

A seguito di un parere negativo espresso dal comitato tecnico del ministero dei Beni culturali circa il progetto vincitore (proclamato nel febbraio 2008), il 18 dicembre scorso i vertici della Provincia di Bari hanno annunciato di non voler dare seguito al concorso per il Museo archeologico e di voler destinare il complesso di Santa Scolastica a Museo d’arte moderna e contemporanea, affidandone la progettazione alla Direzione regionale dei Beni culturali. Questo, che è solo il più recente tra tanti casi, può tuttavia considerarsi emblematico della gestione italiana dei concorsi pubblici di progettazione (non d’idee, va ribadito!). In realtà, i motivi di bocciature e sospensioni presentano sfaccettature diverse al punto che ogni insuccesso meriterebbe una narrazione a sè. Ma procediamo con ordine.

Un po’ di numeri
Nell’arco di tempo 2000-2009 i concorsi di progettazione banditi sono stati 768 (con il picco di 95 nel 2005), contro i 1.219 d’idee. Questi, all’inizio inferiori ai primi, dal 2002 prevalgono fino a superare il rapporto di 2 a 1 dal 2007. Per la seconda metà del decennio, il dato aggregato mostra come l’incidenza dei concorsi (idee più progettazione), rispetto al totale dei bandi di gara per servizi d’ingegneria, oscilli tra il 2,5 e il 5,7%, mentre l’importo totale delle opere a base di gara da assegnarsi dietro concorso stia sempre sotto il 2%. Per quelli di progettazione, va infine registrata una «mortalità precoce» (annullati, rettificati o rimasti senza esito) intorno al 6-7%.
Osservatori
Gli archivi digitali non mancano, ma registrano solo bandi, composizione delle giurie e relativi esiti. Il sito web «Europaconcorsi» è il più esaustivo, e dalla metà del decennio copre quasi sistematicamente ogni competizione bandita in Italia; tuttavia, l’archivio è scarsamente interrogabile ai fini di valutazioni quantitative per via dei grossolani filtri di selezione. Per questo aspetto funziona meglio l’Osservatorio concorsi del sito www.architetturaitalia.it (Cnappc), ma la copertura dei bandi è meno efficace (intorno al 70%) e, sebbene più articolato, presenta informazioni talvolta errate e spesso lacunose, dalla lettura assai disagevole. Presso l’Art, Science and Knowledge Centre dell’Università Bocconi, Beatrice Manzoni sta invece lavorando a un osservatorio di pratiche di team & project management circa i soggetti che partecipano ai concorsi in rapporto alle caratteristiche dei bandi.
Manca però il nesso tra esito e risvolto concreto della gara. Fa eccezione l’Ordine degli architetti di Milano il cui Osservatorio, oltre all’archivio dei 70 concorsi (di progettazione e d’idee) espletati dal 2000 in città e provincia (con bando, documentazione preliminare, composizione giuria e verbali, tavole di progetto di vincitori e piazzati), ha appena reso disponibile on line un monitoraggio costantemente aggiornato rispetto allo stato della realizzazione delle opere (ad esempio, sui 34 concorsi di progettazione banditi nel decennio, 7 non hanno avuto alcun seguito). Analogamente intende muoversi il Cnappc, che per il 2010 annuncia una ristrutturazione del proprio Osservatorio comprendente la valutazione quanti-qualitativa di bandi, esiti e opere.

Tra i fatti e le parole

I casi virtuosi esistono, ma sono rari. In Alto Adige, oltre a scuole, municipi, edifici culturali, a concorso vanno anche caserme dei Vigili del fuoco, strutture sportive (e felice eccezione è anche quella di Cortenuova (Bg), illustrata in questo numero del «Magazine dell’architettura»), perfino manufatti stradali; e la percentuale di cantierizzazione è quasi piena. Buoni esiti, sul fronte sia della qualità che dei contenuti tempi attuativi, vanno riconosciuti a specifici programmi, come «Abitare a Milano».
Tuttavia, ben più lungo e dolente è l’elenco dei flop. Vi figurano tutte le grandi città, dove i cambi di colore in giunta, le casse al verde e le indecisioni amministrative sono tra i principali motivi di stop (spesso difficilmente esplicitabili viste le reticenze di molti pubblici uffici nel trasmettere informazioni precise sullo stato dei fatti). Roma è, anche in questo senso, capitale. Le precedenti amministrazioni di centrosinistra avevano bandito numerose competizioni con tanto di squillanti annunci e appositi apparati (come l’ufficio «Interventi di qualità», poi smantellato), ma la maggior parte è rimasta sulla carta (valga per tutti l’ambizioso programma «Meno è più», con 14 delle 15 gare bloccate), suscitando malumori, polemiche e ricorsi. Tuttavia, a «risolvere» la questione ci ha pensato la giunta Alemanno, che per ora mostra di ritenere il concorso un fastidioso e diseconomico intralcio: meglio il project financing (si veda la vicenda dei nuovi uffici Campidoglio 2). Anche Milano non scherza, con ben 5 grandi competizioni arenate, cui dovrebbe sovrintendere un evanescente «Ufficio concorsi» in seno al Comune.
C’è poi l’aspetto estetico. A sindaci, assessori e soprintendenti certi progetti laureati proprio non vanno giù: a Massimo Cacciari non piaceva la sistemazione di piazza Barche a Mestre (ma alcune soluzioni proposte dai partecipanti pare siano state «riciclate» nel progetto elaborato internamente dall’amministrazione, del quale si attende una presentazione ufficiale), nè a Bari ha suscitato entusiasmo la riqualificazione del borgo Murattiano.
Infine, va rilevato che alcune pubbliche amministrazioni, soprattutto al Sud, bandiscono colposamente concorsi di progettazione senza copertura finanziaria, per porre poi il progetto vincitore a base della richiesta di finanziamenti, che non sempre giungono. In Sicilia, fino a pochi anni fa la legislazione regionale prevedeva altri iter per gli affidamenti d’incarico; così, mentre pullulavano i concorsi d’idee, erano quasi inesistenti gli altri. E la formula, rara quanto ambigua, della coabitazione tra idee e progettazione ha partorito esiti dimenticabili: come nel caso delle 5 piazze a Catania, summa dello sfascio amministrativo: ritardi progressivi, eclisse del Responsabile unico di procedimento e della millantata mostra pubblica, mancato pagamento dei premi, nessun conferimento d’incarico.

(Con)corsi e ricorsi
Anche i progettisti ci mettono del loro. In studio, avvalersi di abili legali è quasi più importante che sfruttare brillanti renderisti; e così scattano denunce e ricorsi. In genere, i più agguerriti sono i piazzati al posto d’onore (i quali non ne fanno mai una questione personale – per carità! – bensì di principio, perché «il verdetto della giuria grida vendetta»). Spesso si blocca tutto, compresa l’erogazione dei premi. Con un elemento di curiosità, legato agli assetti variabili delle strategie di aggregazione tra professionisti: non di rado capita che essi figurino al contempo alleati e avversari in cause diverse. Se ai ricorsi pendenti si aggiungono le irregolarità nell’espletamento dell’iter, i casi si moltiplicano (dalla nuova sede della Provincia di Bergamo alla riqualificazione dell’area monumentale del porto di Napoli). Raro è il lieto fine, magari a seguito di una seconda, grottesca, tornata concorsuale (seguita da ricorsi, opposizioni, modifiche): è il caso del parco urbano a Bagnoli nell’ex Italsider, la cui bonifica è terminata e sono ora giunti i finanziamenti europei (76 milioni) per il primo lotto. Di tutt’altro tono l’epilogo della competizione per il complesso scolastico di Vignola (Mo), su cui pende un ricorso; ma l’amministrazione comunale ha cambiato programmi e disattenderà ogni verdetto…

Sogni nel cassetto
O forse, «scheletri nell’armadio» di sedicenti committenze. Tra le competizioni più mediatizzate, sono rimasti «lettera morta» molti bandi della fiorente stagione concorsuale a cavallo del millennio. Passati dal battage al dimenticatoio causa attesa o mancanza fondi, disinteresse politico o mutati programmi, la nuova sede Iuav a Venezia, la Biblioteca e centro culturale a Torino, la Città delle culture nell’ex Ansaldo e la Biblioteca europea di cultura e informazione a Milano, l’operazione ex Arsenale a Verona, la stazione Alta velocità di Firenze (allo studio tracciati alternativi e soluzioni meno costose), il Museo nazionale dell’audiovisivo e (a lavori già appaltati!) l’ampliamento della Galleria nazionale d’arte moderna a Roma; a questi si sono aggiunti, in tempi più recenti, la Città dell’arte a Reggio Calabria, la triplice consultazione dell’Anas «Il tunnel, il ponte, la storia» e il Museo Betile dell’arte nuragica e del Mediterraneo a Cagliari. Procedono di buon passo in tal verso la stazione Alta velocità di Bologna, tallonata dall’auditorium di Padova firmato Klaus Kada (vincitore con ricorso e non pochi clamori su Alberto Cecchetto).

Aspetta e spera
Tempi biblici anche per progetti che tra avvicendamenti, veti, polemiche, modifiche e rinvii, paiono ormai una farsa: dalla Loggia degli Uffizi firmata Arata Isozaki (concorso a inviti del 1998) al terminal crociere di Ponte Parodi a Genova di Un Studio (2000). In entrambi i casi, le gru sono ancora lontane.
A guardar bene, al Maxxi è andata ancora di lusso!

Autore

  • Luca Gibello

    Nato a Biella (1970), nel 1996 si laurea presso il Politecnico di Torino, dove nel 2001 consegue il dottorato di ricerca in Storia dell’architettura e dell’urbanistica. Ha svolto attività di ricerca sui temi della trasformazione delle aree industriali dismesse in Italia. Presso il Politecnico di Torino e l'Università di Trento ha tenuto corsi di Storia dell’architettura contemporanea e di Storia della critica e della letteratura architettonica. Collabora a “Il Giornale dell’Architettura” dalla sua fondazione nel 2002; dal 2004 ne è caporedattore e dal 2015 al 2024 è direttore. Oltre a saggi critici e storici, ha pubblicato libri e ha seguito il coordinamento scientifico-redazionale del "Dizionario dell’architettura del XX secolo" per l'Istituto dell’Enciclopedia Italiana (2003). Con "Cantieri d'alta quota. Breve storia della costruzione dei rifugi sulle Alpi" (2011, tradotto in francese e tedesco a cura del Club Alpino Svizzero nel 2014), primo studio sistematico sul tema, unisce l'interesse per la storia dell'architettura con la passione da sempre coltivata verso l’alpinismo (ha salito tutte le 82 vette delle Alpi sopra i 4000 metri). Nel 2012 ha fondato e da allora presiede l'associazione culturale Cantieri d'alta quota

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Last modified: 17 Luglio 2015