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Caterina CardamoneWritten by: Professione e Formazione

Due studenti della facoltà di Ferrara vincono in Belgio

Bruxelles. Sono stati resi noti i nomi dei vincitori del concorso «Flow», aperto, in due sezioni distinte, a studenti degli ultimi due anni delle scuole di Architettura, Ingegneria e Arte europee e architetti nati dopo il 31 dicembre 1975. Nella prima sezione, quasi del tutto – e significativamente – disertata da studenti locali, il gruppo vincitore (Alessandro Bellini e Jacopo Casolai, con il progetto «Induced Mutations») proviene dalla facoltà di Architettura di Ferrara e si distingue soprattutto per la lucidità dell’analisi urbana. Tra i giovani laureati è invece un gruppo tedesco (con «La ligne») a ottenere il primo premio.
L’area del concorso, bandito nel settembre 2008, è quella del canale che collega Bruxelles ad Anversa e quindi al traffico del Mare del Nord: una frattura forte e invisibile lunga 14 km che attraversa la regione della capitale, da nord est a sud ovest, tra quartieri socialmente eterogenei e vuoti urbani, sfiorando a nord ovest il pentagono delle mura; un’area definita nel suo complesso sensibile (zone levier) dal Plan régional de développement (Prd) del 2002 e sulla quale si concentrano ora le iniziative del Port de Bruxelles all’interno di un discusso masterplan.
Scopo degli organizzatori (l’iniziativa parte da Joël Claesse architectures, dalle imprese portuali, dalla Beci – Brussels Enterprises Commerce And Industry – e dall’Urban Land Institute) era indurre un’ampia riflessione sul ruolo del canale e del porto all’interno della città, lasciando assoluta libertà ai partecipanti su localizzazione, portata e tipo d’interventi. Mentre i due progetti vincitori sottolineano il valore del canale come spina infrastrutturale, lungo la quale impostare i percorsi dei trasporti pubblici o interrare strade di attraversamento veloce della capitale, altri scelgono invece di cancellarlo fisicamente come frattura (si veda la menzione speciale della giuria nella sezione giovani professionisti al progetto belga «Plateforme»), coprendolo con una passerella sopraelevata che avrebbe lo scopo di ricucire le due sponde (una soluzione che ha una tradizione storica a Bruxelles, ovvero l’interramento della Senne). Assolutamente disparata anche la scelta delle zone considerate come nevralgiche (il sito di Tour & Taxis, sul quale già si concentrano gli interessi immobiliari; la porta di Ninove, le chiuse di Anderlecht e Moelenbeek a sud; il porto e i bacini; l’incremento dei radi punti di collegamento fra le due sponde).
Differenti sono anche le proposte architettoniche: interventi puntuali (come nel caso di «Induced Mutations») destinati a indurre un processo di trasformazione delle zone affacciate lungo il canale invece di fornire un’univoca soluzione, oppure strutture più forti (come quella proposta dal gruppo di studenti di La Cambre che riceve il secondo premio, i quali ricuciono la cesura trasformandola in un canyon residenziale destinato a raddoppiare la popolazione della capitale). www.flow-concept.be

Autore

  • Caterina Cardamone

    Nata a Catanzaro nel 1970, si laurea in Architettura all'Università di Firenze nel 1996, dove nel 2002 consegue il Dottorato di ricerca in Storia dell’architettura, con una tesi sulla ricezione dell’architettura antica e rinascimentale negli scritti di Josef Frank, protagonista del moderno viennese, e continua a occuparsi del tema (ha curato il volume "Josef Frank, L'architettura religiosa di Leon Battista Alberti", Electa 2018). Un ulteriore e più recente ambito di interesse è dato dai passaggi tecnico costruttivi nella trattatistica italiana del Rinascimento. È corrispondente del «Giornale dell’Architettura» dal 2007 ed è stata docente a contratto all’Université Catholique di Louvain-la-Neuve (Belgio) dal 2011 al 2016

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Last modified: 17 Luglio 2015