Visit Sponsor

Written by: Professione e Formazione

La «Città dei bambini», riscatto dell’hinterland napoletano

FRATTAMAGGIORE (NAPOLI). Finalmente, dopo una lunga attesa e tante polemiche tra i partecipanti per il ritardo di circa sei mesi rispetto al calendario decretato, sono stati resi noti gli esiti del concorso europeo di progettazione bandito nel 2009 per la  «Città dei Bambini». Il complesso edilizio verrà realizzato – speriamo presto! – nell’area dismessa costituita dall’ex Canapificio di Frattamaggiore, dove per secoli si è intrecciata la canapa utilizzata per i cordami delle navi del Regno di Napoli.
Frattamaggiore è uno dei centri di maggior importanza economica della provincia partenopea, anche grazie al recente insediamento di numerose imprese manifatturiere che hanno determinato profonde modifiche al suo tessuto produttivo. La città, con una popolazione di oltre 30.000 abitanti, fa parte di un comprensorio a nord di Napoli composto da dodici comuni saldati assieme che ospitano complessivamente quasi 400.000 abitanti. Un bacino di utenza significativo che giustifica la scelta, da parte dell’amministrazione locale, di dar vita a un polo attrattivo di rilievo.
La «Città dei Bambini» – come specificato nel bando curato da Luigi Centola, di Newitalianblood – dovrà conservare la memoria della canapa e delle antiche attività industriali; essa sorgerà in un’area triangolare caratterizzata dalla presenza di edifici abbandonati e da spazi aperti che, una volta ristrutturati, potrebbero innescare una complessiva trasformazione del centro storico di Frattamaggiore. L’isolato da riqualificare presenta una superficie complessiva di circa 10.000 mq, di cui 6.000 coperti, mentre il volume esistente misura circa 45.000 mc. L’idea suggerita dal bando è quella di restituire ai cittadini attività qualificanti: di qui la costituzione di un polo culturale dedicato ai bambini, in grado di soddisfare le richieste di un gran numero di visitatori provenienti dai comuni limitrofi. Le indicazioni fornite ai concorrenti sono state di estrema libertà nel recuperare parti degli edifici industriali esistenti, dando anche la possibilità di ricostruire integralmente il complesso, a parità di volume, preservandone la memoria storica e tenendo conto che l’importo complessivo per la realizzazione dell’opera non dovrà superare i 15 milioni.
Prima di Natale la giuria – presieduta dall’architetto Stefano Prisco, dirigente del Comune e responsabile del procedimento, e composta da Paolo Giordano, docente presso la Facoltà di Architettura della Seconda Università di Napoli, Gerardo Cennamo, consigliere dell’Ordine degli Architetti di Napoli, Giovanni Grimaldi e Gennaro Pellino, entrambi dell’ufficio tecnico comunale – ha scelto come vincitore, tra gli 89 gruppi provenienti da varie parti d’Europa, quello guidato da Francesco Bocchino (nel frattempo deceduto, il 26 agosto scorso), con il coordinamento scientifico e artistico di Carlo Aymonino. La giuria ha ritenuto particolarmente degna di nota «la contrapposizione del corpo di fabbrica perpendicolare al lungo edificio in linea che, con i suoi caratteri di contemporaneità, si propone come porta urbana d’ingresso alla nuova Città dei bambini». Secondo classificato Cherubino Gambardella e terzo Uberto Siola.
Sarà la volta buona che in Campania, a seguito di un concorso, si riesca anche a realizzare l’intervento? Incrociamo le dita, sebbene sull’esito del concorso penda il pronunciamento dell’Autorità di vigilanza, alla quale il Cnappc ha formalmente richiesto un parere in merito alla liceità della composizione della giuria.

Autore

About Author

(Visited 41 times, 1 visits today)
Share
Last modified: 17 Luglio 2015