LIVERPOOL. Dopo il successo ottenuto con lelezione a Capitale della cultura 2008, la città inglese continua la sua trasformazione con quella che si annuncia come una delle rigenerazioni urbane più ambiziose in Gran Bretagna.
A ottobre il consiglio comunale ha dato il via libera a «Liverpool Waters», il progetto di trasformazione dellarea che si estende per due chilometri nellex zona portuale lungo il fiume Mersey, a poca distanza dal centro. Lintervento, firmato da Chapman Taylor Architects e ispirato agli ormai tristemente noti progetti costieri di Dubai e Shanghai, si svilupperà su circa 60 ettari e vedrà la costruzione di 14 torri per uffici e aree commerciali (550.000 mq), oltre a 40 nuovi edifici più bassi, tra cui 15.000 abitazioni. Peel Holding, limpresa proprietaria dellarea, spenderà circa 5,5 miliardi di sterline per la realizzazione dellintero progetto, la cui conclusione è prevista nel 2037, compresa anche la monorotaia che collegherà larea al centro storico e allaeroporto. Tutto sembra ormai pronto a partire (il disegno definitivo è atteso mentre questo giornale va in stampa), e molti vedono in «Liverpool Waters» loccasione per cambiare limmagine consolidata che la città tradizionalmente porta con sè. Conosciuta più per i Beatles e le sue squadre di calcio, Liverpool infatti non si è mai liberata delletichetta di città industriale e portuale del passato; identità che a volte ne ha limitato le potenzialità.
Non tutti però hanno accolto con entusiasmo «Liverpool Waters». I contestatori delliniziativa oppongono fondamentalmente due problemi: da un lato, larea in questione si trova accanto alla zona del Dock Front, la più antica parte del porto, che dal 2004 è parte dei siti riconosciuti dallUnesco; per questo motivo i «conservatori» sono preoccupati per il nascere di nuove architetture che poco hanno a che fare con la storia della città; dallaltro invece sono in ballo ragioni di carattere economico. Ci si chiede chi andrà a occupare quei 500.000 mq di uffici, quali aziende si sposteranno qui, nel nord-ovest, dove, con la situazione economica ancora in stallo, le speranze di costituire un centro finanziario simile a quello londinese di Canary Wharf sono ben poche. Molte sono anche le perplessità dovute alla condizione economica della Peel Holding, che pur avendo già realizzato altre opere rilevanti, come lo stesso aeroporto di Liverpool, non si è mai occupata di progetti urbani a larga scala.
Nella speranza di dissipare i dubbi, la città guarda con attenzione a esperienze simili in atto sulla sponda opposta del fiume, a Wirral, dove è stato approvato un progetto di rinnovamento urbano analogo, «Wirral Waters»: promosso sempre da Peel Holding, prevede per 4,5 miliardi di sterline la trasformazione di Birkenhead Docks in 1,4 milioni di mq per uffici, negozi, 13.000 nuove case e spazi dedicati alla cultura e al divertimento; il tutto a firma di una sventagliata di studi big: Allford Hall Monaghan Morris, Hkr, Skidmore Owings & Merrill, Glenn Howells.
Articoli recenti
- Mendrisio: satira e reality show a Teatro 12 Novembre 2025
- Firenze, 25 anni dopo: al paesaggio serve un progetto 12 Novembre 2025
- Paesaggi italiani contemporanei: adattamenti, contaminazioni, fragilità 12 Novembre 2025
- Essere paesaggisti in Italia: poca chiarezza, molti ostacoli 12 Novembre 2025
- Moda, lo spazio magico delle sfilate 11 Novembre 2025
- L’insostenibilità della parola sostenibilità. Non usiamola più! 10 Novembre 2025
- Tragico crollo nella Torre dei Conti: no a scelte frettolose 8 Novembre 2025
- Jean Prouvé double face: tra valorizzazione e conservazione 5 Novembre 2025
- Un grande, raffinato, magazzino per rivoluzionare l’agricoltura 5 Novembre 2025
- La migliore architettura: politicamente corretta, poche sorprese e archistar 5 Novembre 2025
- Vitra Campus, Balkrishna Doshi celebra il silenzio 5 Novembre 2025
- Il porto di Marsiglia ha il suo nuovo, vecchio, faro 4 Novembre 2025
- Impermeabilizzazione del terrazzo: Icobit Italia il tuo alleato 4 Novembre 2025
- Il Museo più grande, simboli e nazionalismo: l’Egitto si celebra 3 Novembre 2025
Tag
Edizione mensile cartacea: 2002-2014. Edizione digitale: dal 2015.
Iscrizione al Tribunale di Torino n. 10213 del 24/09/2020 - ISSN 2284-1369
Fondatore: Carlo Olmo. Direttore: Michele Roda. Redazione: Cristiana Chiorino, Luigi Bartolomei, Ilaria La Corte, Milena Farina, Laura Milan, Arianna Panarella, Maria Paola Repellino, Veronica Rodenigo, Cecilia Rosa, Ubaldo Spina. Editore Delegato per The Architectural Post: Luca Gibello.
«Il Giornale dell’Architettura» è un marchio registrato e concesso in licenza da Società Editrice Allemandi a r.l. all’associazione culturale The Architectural Post; ilgiornaledellarchitettura.com è un Domain Name registrato e concesso in licenza da Società Editrice Allemandi a r.l. a The Architectural Post, editore della testata digitale, derivata e di proprietà di «Il Giornale dell’Architettura» fondato nell’anno 2002 dalla casa editrice Umberto Allemandi & C. S.p.A., oggi Società Editrice Allemandi a r.l.
L’archivio storico
CLICCA QUI ed effettua l’accesso per sfogliare tutti i nostri vecchi numeri in PDF.
© 2025 TheArchitecturalPost - Privacy - Informativa Cookies - Developed by Studioata






















