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Written by: Città e Territorio

Siviglia contro le archistar

Il destino di quelle che dovrebbero diventare le due ultime icone della modernità sivigliana è incerto. La torre della Cassa di Risparmio Cajasol firmata da Cesar Pelli e la Biblioteca centrale dell’Università Hispalense, disegnata da Zaha Hadid, si trovano al centro di una polemica, per motivi diversi, ma entrambe a seguito delle pressioni esercitate da una parte della cittadinanza.
Il dibattito è accesissimo sul versante Pelli, da quando nel 2007 il Comune concesse il nulla osta per la costruzione di un grattacielo alto 178 m nel settore sud dell’isola della Cartuja. Sulla parcella di 41.000 mq, che si trova a 1,7 Km dal centro storico, sorgeva precedentemente il Padiglione delle scoperte con una sala Omnimax risalenti all’Expo 92, demoliti nel 2006 per far posto al grattacielo. Con un investimento di 311 milioni, la torre più alta dell’Andalusia dovrebbe essere terminata nel 2012, sempre che il Comune non sia costretto a richiedere modifiche al progetto. Sono infatti diverse le voci levatesi contro la sua realizzazione: piattaforme cittadine, associazioni per la difesa del patrimonio e nomi della cultura stanno lottando per ottenere la sospensione cautelare dei lavori, con l’appoggio d’eccezione dell’Unesco, che lo scorso giugno ha chiesto al Governo spagnolo l’interruzione dei lavori per predisporre uno studio approfondito sull’impatto dell’opera rispetto al centro storico, di cui la cattedrale, l’Archivio delle Indie e la Real Alcázar sono stati dichiarati Patrimonio mondiale nel 1987. Nel caso in cui i risultati presentati dalle commissioni di esperti di entrambe le parti non dovessero soddisfare il Comitato dell’Unesco, tale complesso potrebbe essere espunto dalla Lista mondiale. Lo stesso Collegio degli architetti di Siviglia, incalzato dagli eventi, ha indetto per questo mese una giornata di dibattito che culminerà con una proposta di risoluzione e una votazione, naturalmente senza vincoli legali.
Per il momento, alla Cartuja si continua a lavorare, mentre tutto è fermo al Prado di San Sebastián. Se la «torre Pelli» viene considerata un monumento alla speculazione, non si può dire lo stesso per la biblioteca di Zaha Hadid, che dovrebbe sorgere in uno dei polmoni verdi della città storica. In questo caso i lavori, iniziati nell’agosto 2008, sono stati interrotti da una sentenza del Tribunale Superiore di Giustizia dell’Andalusia a cui si era rivolta un’associazione di quartiere contraria all’edificazione all’interno del parco, che ha reso nulla la riconversione dell’area fatta ad hoc nel 2006 proprio per consentire la realizzazione della biblioteca. I giudici si sono appellati all’immagine storica del Prado di San Sebastián in quanto spazio libero da preservare come tale, e come tale facente parte del centro storico di Siviglia.

Autore

  • Francesca Comotti

    Laureata in architettura al Politecnico di Milano nel 1998, dopo alcuni anni come libero professionista rivolge la sua attenzione al mondo editoriale, formandosi presso la redazione della rivista «Area» e il settore libri di Federico Motta Editore. La tesi in urbanistica, con i professori Giancarlo Consonni e Giuseppe Turchini le apre (inconsapevolmente) la strada verso quella che è diventata la sua città di adozione, Barcellona, dove risiede dal 2004. Da qui consolida il suo percorso professionale come giornalista freelance specializzata in architettura contemporanea, collaborando stabilmente con alcune testate di settore italiane e come corrispondente per «Il Giornale dell’Architettura». Per la casa editrice spagnola Loft Ediciones ha pubblicato come co-autrice «Atlas for living», «Atlas de arquitectura del paisaje» e «Sketch landscape»

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Last modified: 17 Luglio 2015