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Cristiana ChiorinoWritten by: Progetti

Restauri consapevoli che valorizzano il patrimonio storico italiano

Dalla Toscana alla Sicilia, dalla Liguria alla Puglia, così come il «Progetto del mese» in Campania, cinque interventi di restauro che di fronte al problema cruciale conservazione/rimozione – conservazione/ri-creazione, esprimono con forza un giudizio di valore che sancisce la diffusione di un ormai consolidato approccio nell’intervento sul costruito. Tutti non si riconoscono in un concetto di restauro inteso come ripristino meccanico di forme e materiali ormai perduti o come riproduzione di «nuovi autentici» o di «copie perfette». Sono accomunati dal considerare il restauro come presa di distanza storica, sancendo l’impossibilità di continuare quei procedimenti costruttivi insiti nell’opera stessa.
I progetti si basano sulla scelta di ripristinare il valore spaziale delle opere ricostruendone i limiti e mantenendo, nel riguardo dell’autenticità, la distinguibilità dei materiali.
Vengono affrontati in maniera sistematica la risoluzione dei problemi statici e di restauro architettonico finalizzati sia alla conservazione del profilo del monumento (e quindi alla limitazione del degrado dell’apparecchiatura muraria), che a una sua nuova fruizione.
In ambito strutturale, ciò si è tradotto nel progettare interventi tecnici compatibili con le caratteristiche costruttive della fabbrica e concepiti con lo scopo di migliorare le prestazioni meccaniche dello scheletro portante, senza esautorarlo o pretendere comportamenti strutturali al di fuori della logica costruttiva.
L’abbazia, la rocca, il castello medioevale, la chiesa fortezza e il bastione, inoltre, vivono una simbiosi con il paesaggio circostante. Così, nei cinque casi traspare la volontà di re-instaurare questo rapporto con il contesto attraverso l’ideazione di strutture temporanee, gradinate smontabili e passerelle, che allestiscono una sorta di promenade che valorizzi il monumento stesso.
Quando poi si tratta d’introdurre elementi ex novo si ricorre al legno, al vetro, alla lamiera di zinco e all’acciaio corten: tutti materiali in grado di stabilire una dialettica figurativa e cromatica con le preesistenze murarie massive.

Autore

  • Cristiana Chiorino

    Torinese (nata nel 1975), architetto e dottore di ricerca in Storia dell'Architettura e dell'Urbanistica (Politecnico di Torino), è socia dello studio di architettura Comunicarch. Dal 2005 al 2014 è vicecaporedattore de «ll Giornale dell’Architettura», per il quale ha curato gli allegati «Il Magazine dell’Architettura» (selezione della stampa internazionale) e il «Rapporto Annuale Restauro». Ha collaborato alla mostra internazionale «Pier Luigi Nervi: Architettura come sfida» di cui ha curato con Carlo Olmo il catalogo. Collabora con l’associazione Pier Luigi Nervi Project, con una consulenza sulla tutela della sua eredità culturale e del patrimonio delle sue opere. Ha scritto articoli e partecipato a convegni sulla sensibilizzazione alla tutela dell’architettura del Novecento, tema che ha approfondito con il master «Sauvegarde du patrimoine bâti moderne et contemporain» presso l’Institut d’Architecture dell’Università di Ginevra nel 2003. Dal 2011 è membro del consiglio direttivo di Docomomo Italia

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Last modified: 17 Luglio 2015