Esposta parzialmente nel 1999 in una prima mostra al Cca, la ricerca condotta da Guido Guidi su Carlo Scarpa aveva già dato esito, nel 1991, al libro Carlo Scarpa, Architect. Intervening with History, sempre edito dal Cca. Nellultimo decennio il lavoro del fotografo è proseguito in maniera indipendente, realizzando un corpus analitico inedito di oltre 600 scatti sullopera scarpiana, oggi in parte raccolte, ancora una volta al Cca, in una mostra (cui seguirà lanno prossimo un catalogo per i tipi di Hatje Cantz).
Il ciclo di 54 fotografie a colori sulla tomba Brion a San Vito dAltivole diventa una narrazione che, in continuità con lesperienza diretta della frequentazione del maestro e del cantiere, ne prosegue e raffina la conoscenza. Come Scarpa ha sedimentato nel progetto il racconto stratificato delle sue suggestioni visive, Guidi ci mostra lineffabile densità semantica della sua architettura. Lo stesso Scarpa aveva definito la tomba monumentale «un lavoro curioso, strano», esito della rara «possibilità di esprimersi liberamente sulle questioni aperte nelle quali il pensiero della razionalità moderna non esiste». Guidi registra paziente la risposta dei cementi armati alla luce, allaggressione delle patine; rivela la grande cicatrice che, spezzando la continuità della cortina, restituisce alloggetto la sua dimensione esistenziale. Il divenire si riflette in una doppia immagine, mentale e reale, amplificata dalle specchiature veneziane dellacqua attraverso le quali il fotografo tenta di farci attraversare la quarta dimensione, avvicinandoci quanto più possibile alla visione interiore del progettista. La memoria sedimentata dei percorsi, il ripercorrere lopera attraverso i tempi delle giornate e delle stagioni, la raccolta degli indizi, dei sospetti e delle illuminazioni, fanno di questo lavoro un atto damore nei confronti non solo di Scarpa, ma dellarchitettura stessa. Protagonista della scuola del paesaggio italiano con Luigi Ghirri, Guidi (classe 1941) rilegge lopera dellarchitetto veneto come una macchina del tempo; mostra la vita segreta degli oggetti per raccontare la dimensione ciclica della materia dellarchitettura, senza nessuna concessione alla comunicazione patinata del linguaggio delle riviste. La tavolozza dei suoi bianco-grigi riassume la luce e restituisce gli accordi tonali acidi stemperati nei cieli neutri, fissando il tempo proprio un istante prima che tutto precipiti; esaltando la reazione degli inserti polimaterici in un prezioso contrappunto visivo. Linee, sagome e superfici in perfetto equilibrio sembrano voler contendere alla natura il primato dellessere.
Citando Louis Kahn a proposito di Scarpa: «In the elements the joint inspires ornament, its celebration. The detail is the adoration of nature» (Louis Kahn, Talks with Students, in: «Architecture at Rice», n. 4, 1965). Ma quando potremo vedere le fotografie di Guidi finalmente in Italia?
Articoli recenti
- La Biennale di Carlo Ratti: Installazione? No, necessaria sperimentazione 12 Febbraio 2025
- L’Archintruso. Ecco il vero piano MAGA: Make Architecture Great Again 12 Febbraio 2025
- Intelligens, l’architettura dell’adattamento sbarca a Venezia 11 Febbraio 2025
- Un quartiere virale: Seul, lo stile Gangnam 10 Febbraio 2025
- Gilles Perraudin, l’arte dei fondamenti in architettura 8 Febbraio 2025
- Wood Architecture Prize 2025: prestazioni senza ansia 7 Febbraio 2025
- Roma, 45 anni dopo, è ancora una città interrotta 5 Febbraio 2025
- Ri_visitati. Milano verticale, in principio fu la Velasca: 70 anni con restauro 4 Febbraio 2025
- Milano Cortina 26, manca un anno: cinque cerchi, pochi simboli 3 Febbraio 2025
- Il Corridoio, ora spoglio, della storia. Firenze ritrova Vasari 29 Gennaio 2025
- CSAC chiuso: tempi incerti e molta preoccupazione 27 Gennaio 2025
- Quo vadis architetto? The Brutalist, cemento e non solo 27 Gennaio 2025
- Franco Piperno (1943-2025) 23 Gennaio 2025
- Gaza, tregua e ricostruzione 22 Gennaio 2025
Tag
Edizione mensile cartacea: 2002-2014. Edizione digitale: dal 2015.
Iscrizione al Tribunale di Torino n. 10213 del 24/09/2020 - ISSN 2284-1369
Fondatore: Carlo Olmo. Direttore: Michele Roda. Redazione: Cristiana Chiorino, Luigi Bartolomei, Ilaria La Corte, Milena Farina, Laura Milan, Arianna Panarella, Maria Paola Repellino, Veronica Rodenigo, Cecilia Rosa, Ubaldo Spina. Editore Delegato per The Architectural Post: Luca Gibello.
«Il Giornale dell’Architettura» è un marchio registrato e concesso in licenza da Umberto Allemandi & C. S.p.A. all’associazione culturale The Architectural Post; ilgiornaledellarchitettura.com è un Domain Name registrato e concesso in licenza da Umberto Allemandi & C. S.p.A. a The Architectural Post, nuovo editore della testata digitale, derivata e di proprietà di «Il Giornale dell’Architettura» fondato nell’anno 2002 dalla casa editrice Umberto Allemandi & C. S.p.A.
L’archivio storico
CLICCA QUI ed effettua l’accesso per sfogliare tutti i nostri vecchi numeri in PDF.
© 2025 TheArchitecturalPost - Privacy - Informativa Cookies - Developed by Studioata