Visit Sponsor

Written by: Professione e Formazione

C’è un’altra rivoluzione francese, ma questa volta è verde

Il 3 agosto il Parlamento francese ha approvato, con voto quasi unanime, la Loi de programmation relative à la mise en oeuvre du Grenelle de l’Environnement: la cosiddetta Grenelle de l’Environnement. (Il termine Grenelle rimanda alla via parigina in cui ha sede il ministero del Lavoro francese, resa celebre dai cosiddetti Accords de Grenelle firmati nel maggio 1968 tra il governo Pompidou e alcuni sindacati; da allora, il termine indica, per antonomasia, una riflessione che riunisce rappresentanti delle istituzioni e della società civile attorno a cruciali questioni della vita politica nazionale). Si tratta di una legge decisiva in materia di politiche ambientali che rappresenta il punto di arrivo di un processo di riflessione in materia ecologica lanciato nell’autunno 2007 da Nicolas Sarkozy all’indomani dalle elezioni presidenziali repubblicane da lui vinte. L’elaborazione del testo legislativo ha visto per alcuni mesi confrontarsi rappresentanti del governo, di associazioni ecologiste ed esperti in materia per delineare le linee guida in materia di ambiente e sviluppo sostenibile: clima, salute, edilizia, trasporti, energia, rifiuti, biodiversità, impatto delle infrastrutture e agricoltura.
Per quanto concerne l’edilizia, le novità sono importanti: a partire dalla fine del 2012, tutte le nuove costruzioni destinate ad abitazioni dovranno presentare un fabbisogno di energia annuo inferiore a 50 kWh/mq. Per gli edifici pubblici e terziari l’applicazione della legge è anticipata a fine 2010. La tappa successiva sarà il 2020, da quando tutte le nuove costruzioni dovranno segnare un saldo energetico positivo: dovranno cioè produrre più energia di quanta ne consumino. Misure di risparmio energetico anche per gli edifici esistenti, attraverso programmi di rinnovamento: lo stato francese s’impegna a intervenire sull’intero parco dell’edilizia convenzionata al fine di ridurne entro il 2020 il dispendio energetico a un massimo di 150 kWh/mq annui (oggi il dato si aggira intorno ai 230 kWh/mq).
Non mancano le novità anche in materia di pianificazione urbana e sviluppo territoriale: lo stato vuole incitare le collettività a limitare l’uso del suolo e ad aprire all’urbanizzazione solo i settori accessibili con mezzi pubblici al fine di ridurre la dipendenza dall’automobile. Le regioni e i comuni di più di 50.000 abitanti dovranno redigere un plan climat énergie territorial che avrà come obiettivo di fissare le misure e le modalità di riduzione del consumo energetico e il ricorso a energie rinnovabili. Tali direttive porteranno a una riforma dei principali strumenti di pianificazione urbana e dello stesso Code de l’Urbanisme. Riforma che sarà delineata dalla futura legge Grenelle 2 (Engagement National pour l’Environnement) che sarà discussa al Senato in autunno e dovrà portare a termine la riflessione, definendo le misure giuridiche ed economiche che permetteranno di raggiungere gli obiettivi fissati dall’attuale legge Grenelle 1.
Secondo il ministro dell’ambiente Jean Luis Borloo, gli orientamenti della legge permetteranno di ridurre del 25% il consumo di energia fossile in Francia entro il 2020 e di garantire nuovi posti di lavoro incoraggiando le professioni «verdi». Più cauto il giudizio dei partiti e delle associazioni ambientaliste, i quali temono che le misure proposte non siano all’altezza dell’emergenza ambientale. Bisognerà aspettare la fine delle discussioni sulla Grenelle 2 per valutare se il governo francese avrà il coraggio di dare una vera e propria svolta ecologista alla propria politica. Alle ultime elezioni europee il partito ecologista ha ottenuto il 16% dei voti affermandosi come seconda forza politica nazionale: un voto che esprime forse un cambiamento di mentalità di molti francesi, sempre più attenti alle questioni ambientali.

Autore

(Visited 29 times, 1 visits today)

About Author

Share
Last modified: 17 Luglio 2015