Il progettista spagnolo ha ultimato la sua seconda commessa granadina per la banca andalusa Cajagranada. Inaugurato prima dellestate, il nuovo edificio chiude il cerchio della metafora che mette a confronto i due aspetti dellattività dellistituto di credito: quello finanziario e quello socioculturale. Il Centro Cultural Memoria de Andalucía, sorto di fronte alla sede centrale della banca (il «Cubo», noto alla cultura architettonica soprattutto per limpressionante quanto strapubblicato spazio interno a tuttaltezza), ospita un museo dedicato alla storia e alla cultura dellAndalusia raccontate attraverso una tecnologia audiovisiva di ultima generazione, e si contrappone alla sede centrale non solo per il contenuto. La nuova fabbrica, infatti, si compone di una grande scatola orizzontale di tre piani, delle dimensioni di 114×54 m, che sul lato ovest si eleva in un grande volume a lastra verticale spesso soltanto 6 m. Esattamente come la sede della banca, questo elemento si sviluppa su 42 m di altezza suddivisi in sei piani, di cui lultimo occupato da un mirador che domina la città e la Sierra circostante. Ma non si tratta dellunico affaccio degno di nota: secondo la migliore tradizione andalusa, ledificio custodisce un generoso patio interno che sispira (riprendendo geometria e dimensioni) a quello del Palazzo di Carlo V nellAlhambra; particolarmente scenografico, di forma ellissoidale e attraversato da due leggere passerelle elicoidali, il patio funge da elemento di distribuzione alle diverse aree del Centro. Allinterno trovano spazio un museo di 3.500 mq, 900 mq di sale espositive, una mediateca delle stesse dimensioni, 450 mq di laboratori, un teatro di 650 mq, uffici, magazzini, caffetteria e ristorante, un negozio e zone di servizio. Il materiale usato, così come per il «Cubo», è il cemento a vista per gli esterni; gli interni invece sono completamente bianchi. Il complesso, costato circa 40 milioni, presenta una superficie totale di 12.984 mq, dei quali 11.150 corrispondono al basamento, mentre i restanti 1.850 all«edificio-schermo». Questultimo è stato concepito con il fronte cieco rivolto verso il paesaggio, espressamente per accogliere proiezioni audiovisive di grande formato en plein air, ma questa possibilità potrebbe non tradursi in realtà perché costituirebbe una pericolosa distrazione per gli automobilisti che percorrono la vicina autostrada.
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