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Written by: Progetti

Alberto Campo Baeza raddoppia a Granada

Il progettista spagnolo ha ultimato la sua seconda commessa granadina per la banca andalusa Cajagranada. Inaugurato prima dell’estate, il nuovo edificio chiude il cerchio della metafora che mette a confronto i due aspetti dell’attività dell’istituto di credito: quello finanziario e quello socioculturale. Il Centro Cultural Memoria de Andalucía, sorto di fronte alla sede centrale della banca (il «Cubo», noto alla cultura architettonica soprattutto per l’impressionante quanto strapubblicato spazio interno a tutt’altezza), ospita un museo dedicato alla storia e alla cultura dell’Andalusia raccontate attraverso una tecnologia audiovisiva di ultima generazione, e si contrappone alla sede centrale non solo per il contenuto. La nuova fabbrica, infatti, si compone di una grande scatola orizzontale di tre piani, delle dimensioni di 114×54 m, che sul lato ovest si eleva in un grande volume a lastra verticale spesso soltanto 6 m. Esattamente come la sede della banca, questo elemento si sviluppa su 42 m di altezza suddivisi in sei piani, di cui l’ultimo occupato da un mirador che domina la città e la Sierra circostante. Ma non si tratta dell’unico affaccio degno di nota: secondo la migliore tradizione andalusa, l’edificio custodisce un generoso patio interno che s’ispira (riprendendo geometria e dimensioni) a quello del Palazzo di Carlo V nell’Alhambra; particolarmente scenografico, di forma ellissoidale e attraversato da due leggere passerelle elicoidali, il patio funge da elemento di distribuzione alle diverse aree del Centro. All’interno trovano spazio un museo di 3.500 mq, 900 mq di sale espositive, una mediateca delle stesse dimensioni, 450 mq di laboratori, un teatro di 650 mq, uffici, magazzini, caffetteria e ristorante, un negozio e zone di servizio. Il materiale usato, così come per il «Cubo», è il cemento a vista per gli esterni; gli interni invece sono completamente bianchi. Il complesso, costato circa 40 milioni, presenta una superficie totale di 12.984 mq, dei quali 11.150 corrispondono al basamento, mentre i restanti 1.850 all’«edificio-schermo». Quest’ultimo è stato concepito con il fronte cieco rivolto verso il paesaggio, espressamente per accogliere proiezioni audiovisive di grande formato en plein air, ma questa possibilità potrebbe non tradursi in realtà perché costituirebbe una pericolosa distrazione per gli automobilisti che percorrono la vicina autostrada.

Autore

  • Francesca Comotti

    Laureata in architettura al Politecnico di Milano nel 1998, dopo alcuni anni come libero professionista rivolge la sua attenzione al mondo editoriale, formandosi presso la redazione della rivista «Area» e il settore libri di Federico Motta Editore. La tesi in urbanistica, con i professori Giancarlo Consonni e Giuseppe Turchini le apre (inconsapevolmente) la strada verso quella che è diventata la sua città di adozione, Barcellona, dove risiede dal 2004. Da qui consolida il suo percorso professionale come giornalista freelance specializzata in architettura contemporanea, collaborando stabilmente con alcune testate di settore italiane e come corrispondente per «Il Giornale dell’Architettura». Per la casa editrice spagnola Loft Ediciones ha pubblicato come co-autrice «Atlas for living», «Atlas de arquitectura del paisaje» e «Sketch landscape»

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Last modified: 18 Luglio 2015