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Written by: Progetti

Vince l’emiro del Qatar (per ora)

PARIGI. Un’accesa querelle anima la capitale. Incastonato sull’estremità est dell’Île Saint-Louis, oltre il verde del giardino pensile, l’opera di Louis Le Vau è un modello già nella settecentesca École des Arts di Jacques-François Blondel; al suo immaginario i francesi intrecciano vicende di Voltaire, George Sand, Chopin, Delacroix, del poeta Mickiewicz e perfino dell’attrice Michèle Morgan. La famiglia dell’emiro del Qatar lo acquista nel 2007 e ne decide il restauro. A delineare la facies di una dimora tra le meglio conservate del Seicento, è nominato – di diritto dallo stesso proprietario – Alain-Charles Perrot, architecte en chef dei Monuments historiques, che vanta lavori all’Odéon e all’Opéra-Garnier. A Perrot il Ministero della Cultura affida i caratteri storico-artistici dell’edificio; eppure il suo progetto redatto a nome dello Stato suscita nella commissione Vieux Paris, organo consultivo in materia urbanistica del sindaco Bertrand Delanoë, una veemenza che sorprende. Certo, lo spirito riformatore dell’intervento è impetuoso. Corte e giardino: sterrati e rivestiti in cemento per installare nel sottosuolo parcheggio e attrezzature tecniche. Muro del XVII secolo: aperto per dare sbocco al garage. Cabinet di Lambert: convertito in sala da bagno e dressing con ascensore e gabbia tecnica che perforano il prezioso soffitto. Soluzioni neogotiche: smantellate in favore di uno stile pseudo XVIII secolo. Ecco alcune delle vittime che i membri della commissione municipale vedono scorrere, il 18 dicembre scorso, sfogliando le 4.000 pagine del progetto. Delanoë blocca, di lì a poco, il varco del parcheggio. Ciò che concerne gli interni è di pertinenza del Ministero della Cultura. Il dossier è «confidenziale» e «gestito direttamente dal gabinetto del ministro», dichiara alla stampa l’architetto dei Bâtiments de France. Si mobilitano associazioni e uomini di cultura con conferenze e petizioni (http://lambert.overblog.org/). In prima linea, tra gli altri, Jean-François Cabestan (architetto del Patrimoine e docente alla Sorbona Paris-I) e Claude Mignot (storico dell’architettura del Seicento alla Sorbona), entrambi già in Vieux Paris. Lo scorso 9 marzo, la Commission Nationale des Monuments historiques (CNMH), organo consultivo del ministro, avalla all’unanimità un progetto rettificato di Perrot. Se muro del Seicento, soffitto del cabinet, dipinti della galleria d’Ercole e soluzioni neogotiche sono salvi, il parcheggio sotterraneo, seppur ridimensionato, minaccia il fragile equilibrio delle fondazioni datate 1640, mentre il sistema di climatizzazione (100.000 mc d’aria) inadeguato e mutilante, non è stato neppure messo in discussione. È quanto sottoscrive l’associazione Paris historique. «Non è una battaglia politica», precisa Cabestan. E infatti anche in Italia molti la direbbero una battaglia di civiltà. Da secoli uomini di talento l’hanno amato, descritto, dipinto, trasformandolo in realtà fantastica, traendo un’opera d’arte da un’opera d’arte. Per la sua storia, persino per le sue leggende, per i suoi alberi, il paesaggio, gli interni, l’hôtel Lambert andrebbe salvaguardato. Ma il 16 giugno, il ministro della Cultura Christine Albanel (sostituita da Frédéric Mitterand con il rimpasto di governo del 23 giugno), seguendo il parere della CNMH del 9 marzo, ha autorizzato un dopo che si sperava diverso. Se il parcheggio sotterraneo si farà, una ragnatela sottile d’indicazioni rassicuranti ma tecnicamente ambigue non lascia, per ora, intendere il destino del progetto di climatizzazione, né l’effettivo ruolo che lo stesso ministro assegna alla commissione Vieux Paris nella supervisione dei lavori. Si preparano nuove mobilitazioni. A Parigi, l’estate sarà calda.

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Last modified: 18 Luglio 2015