In vista dellennesima riforma e in attesa dei primi laureati in uscita dai percorsi previsti dal decreto 270/2004, lXI Rapporto AlmaLaurea sul profilo dei laureati, presentato a Padova il 27 maggio, fissa il momento in cui lapplicazione del decreto 509/1999, nonostante sia stato rapidamente sostituito, è quasi del tutto compiuta e i laureati dellordinamento precedente sono, nel settore Architettura, un campione ancora significativo dellinsieme.
Per il gruppo disciplinare, lindagine considera 5.008 laureati di primo livello (il 53,8% di tutti i neodottori in Architettura), 1.517 di secondo (il 16,3%), 1.199 con un titolo a ciclo unico (il 12,9%) e 1.579 pre-riforma (il 17%).
Le prime considerazioni riguardano le motivazioni della scelta del percorso e il bilancio alla fine del ciclo di studi: il 46,6% dei neodottori si è laureato in Architettura per linteresse nutrito verso gli insegnamenti e gli sbocchi occupazionali offerti, unico motivo di scelta solo per il 6,4%. Il percorso di studi e i rapporti con i docenti, per i triennali, non sembrano avere del tutto soddisfatto le attese: solo il 22% si dichiara pienamente soddisfatto del primo punto, mentre per il secondo la percentuale scende al 13%. Inoltre, solo il 59,2% riconfermerebbe la scelta effettuata, con una media nazionale del 67%. Altri dati interessanti risultano dal confronto con la situazione del 2001 che, nel passaggio al 3+2, evidenzia come siano cresciuti del gruppo disciplinare la presenza delle laureate (dal 51,2% nel 2001 al 54,3% del 2008) e il numero di coloro che provengono da contesti socioculturali medio-alti (quasi il 30% rispetto al 22,3% del 2001 ha almeno un genitore laureato e il 54,3%, rispetto al precedente 46%, ha frequentato un liceo). Dando per assodato che la condizione dei genitori influenza la probabilità che il figlio lavori durante il corso di studi (più elevato è il loro titolo, minore è la percentuale dei laureati che hanno svolto unattività lavorativa), il 73,4% dei neodottori in Architettura ha in qualche modo lavorato durante gli studi; circa il 20% non lo ha fatto, mentre solo per il 5,4% il lavoro è stato lattività principale. Il sistema dei tirocini durante gli studi, ancora da perfezionare, raccoglie valutazioni positive ma non troppo. La maggioranza dei laureati (58,8%) ha svolto, prevalentemente presso il settore privato, un periodo di lavoro protetto durante gli studi ma, anche se il 70,5% è stato soddisfatto del supporto dato dallUniversità, la valutazione potrebbe essere migliore: il dato è infatti sotto la media generale (77,7%) e assai prossimo al valore più basso (il 69,7% del gruppo linguistico), ben lontano dallapprezzamento migliore, espresso dagli ingegneri (85,8%). Per quanto riguarda la ricerca del lavoro, infine, la grandissima maggioranza (94,9%) vorrebbe trovare unoccupazione nellindustria e nei servizi, con preferenza verso ledilizia, le costruzioni e la progettazione. Un punto oggi controverso è il programma Erasmus. Stante una maggiore partecipazione legata soprattutto al tipo di studi (massima ma sotto le aspettative anche per il gruppo linguistico), la media nazionale di studenti Erasmus è molto bassa (5,9%), tutti i gruppi disciplinari si collocano al di sotto dell8%, con il modesto 7,9% di Architettura che precede tutti gli altri.
La riforma ha però migliorato i tempi di conseguimento del titolo: gli studi sono diventati più regolari (anche se si laurea in corso solo il 40%, contro la media nazionale del 56%), senza sostanziali cambiamenti nelle votazioni (votazioni inferiori a 105/110 sono state conseguite dal 42,8%). La riforma, in un congiuntura economica poco favorevole, sembra invece in difficoltà se si considera lintenzione di proseguire: il 68,2% (su una media complessiva del 60,5%) dei laureati di primo livello, di cui solo il 60% riconfermerebbe la scelta effettuata, continuerà con un titolo di secondo livello, mentre il 44% dei laureati a ciclo unico ha intenzione di specializzarsi.
Articoli recenti
- Gli alberi salveranno le città (se potranno vivere nei loro spazi) 1 Aprile 2025
- Giappone, il pellegrinaggio verso un altrove ideale 1 Aprile 2025
- Dolcini, il legno, la ex chiesa: un’assorta meditazione 1 Aprile 2025
- Pierluigi Nicolin (1941-2025) 31 Marzo 2025
- Architetti, chiedetevi per chi progettate 30 Marzo 2025
- Domus di BIG: nel 2025 copertine pesanti 29 Marzo 2025
- Architettura e inclusività: le ragioni di uno Speciale 26 Marzo 2025
- All’insù, 9 giorni in Valle Camonica per guardare verso l’alto 26 Marzo 2025
- L’archiviaggio. Lapponia svedese, verso la città che si muove 25 Marzo 2025
- Case dolci case (d’artista) 23 Marzo 2025
- Nel suo Politecnico, tutto il mondo di Carlo De Carli 22 Marzo 2025
- Com’è dolce la città: nelle librerie italiane il mito della prossimità 22 Marzo 2025
- Corrente Urbana, Open Call per ripensare il Lungotevere 19 Marzo 2025
- Reggio Calabria e Napoli, le onde (s)travolgenti di Hadid 18 Marzo 2025
Tag
Edizione mensile cartacea: 2002-2014. Edizione digitale: dal 2015.
Iscrizione al Tribunale di Torino n. 10213 del 24/09/2020 - ISSN 2284-1369
Fondatore: Carlo Olmo. Direttore: Michele Roda. Redazione: Cristiana Chiorino, Luigi Bartolomei, Ilaria La Corte, Milena Farina, Laura Milan, Arianna Panarella, Maria Paola Repellino, Veronica Rodenigo, Cecilia Rosa, Ubaldo Spina. Editore Delegato per The Architectural Post: Luca Gibello.
«Il Giornale dell’Architettura» è un marchio registrato e concesso in licenza da Società Editrice Allemandi a r.l. all’associazione culturale The Architectural Post; ilgiornaledellarchitettura.com è un Domain Name registrato e concesso in licenza da Società Editrice Allemandi a r.l. a The Architectural Post, editore della testata digitale, derivata e di proprietà di «Il Giornale dell’Architettura» fondato nell’anno 2002 dalla casa editrice Umberto Allemandi & C. S.p.A., oggi Società Editrice Allemandi a r.l.
L’archivio storico
CLICCA QUI ed effettua l’accesso per sfogliare tutti i nostri vecchi numeri in PDF.
© 2025 TheArchitecturalPost - Privacy - Informativa Cookies - Developed by Studioata