I riconoscimenti ottenuti da realtà geograficamente marginali orientano il dibattito architettonico verso inedite sintesi tra innovazione e tradizione
VENEZIA. In occasione della Festa dell’Architetto, il 18 novembre sono stati assegnati i premi “Architetto italiano 2016”, “Giovane talento dell’Architettura italiana 2016” e “Riuso 05 Rigenerazione Urbana Sostenibile” banditi dal CNAPPC, la cui distribuzione geografica sembra indicare il ruolo propulsivo che le realtà localizzate in provincia stanno assumendo nell’attuale dibattito architettonico.
All’altoatesino Werner Tscholl (1955), il cui studio ha sede a Laces (Bolzano) è andato il “Premio Architetto italiano 2016” poiché, come sottolineato dalla giuria, con il suo lavoro «interpreta e reinventa il contesto con soluzioni progettuali sempre in calibrato equilibrio dialettico tra tradizione costruttiva locale e innovazione del linguaggio». A Mirko Franzoso (1978), con studio a Cles (Trento) è andato il premio “Giovane talento dell’Architettura italiana 2016”; la giuria ha infatti premiato il progetto della Nuova casa sociale di Caltron a Cles (foto di copertina) – frutto di un concorso vinto nel 2012 – apprezzandone «il rapporto equilibrato che instaura con l’edificato storico della borgata e il vicino contesto agricolo». Al Sud è infine andato il premio “Ri.U.SO 05”, assegnato al progetto “QUID vicololuna” realizzato a Favara (Agrigento) – da Lillo Giglia, mentre il progetto “Area colloqui all’aperto del Carcere di Torino”, con capogruppo Stefania Manzo si è aggiudicato il premio “Riuso 05 Rigenerazione Urbana Sostenibile”, riservato a università, enti, fondazioni e associazioni.
Il riconoscimento ottenuto da realtà poste agli estremi della penisola appare un dato interessante poiché il loro apporto al dibattito architettonico nazionale e internazionale sembra essere sempre più significativo e capace di contribuire alla definizione di nuove sintesi tra innovazioni e tradizione. Anche altri casi, tra cui il recente premio internazionale “Green Good Design” (bandito dal Chicago Atheneaum con l’European Centre for Architecture) assegnato al progetto “Resilient Landscapes” dedicato al recupero dei paesaggi industriali del Sud Italia ed elaborato da AutonomeForme, con base a Palermo, danno la misura del contributo che studi provenienti da realtà secondarie o marginali riescono a dare allo sviluppo del dibattito architettonico, promuovendo nuove pratiche sostenibili senza perdere la propria identità e il collegamento con la cultura e la storia dei luoghi di provenienza. Le candidature ai premi per l’architettura italiana 2016 sono state ben 900 e, come sottolineato dal Consiglio Nazionale degli Architetti, questa massiccia partecipazione dà un segno «della forte vitalità dell’architettura nel nostro Paese che si sta sempre più riappropriando della sua funzione civile, tornando ad occuparsi delle città e del paesaggio».
About Author
Tag
premi
Last modified: 22 Novembre 2016