In accompagnamento alle elezioni dei nuovi Consigli degli Ordini provinciali degli Architetti PCC, abbiamo posto una domanda a presidenti uscenti e architetti: come dovrebbe essere l’Ordine del futuro? Quali funzioni dovrebbe assolvere? L’opinione di Mirko Franzoso
A mio avviso uno degli obiettivi principali perseguito dall’Ordine degli Architetti dovrebbe essere la valorizzazione degli iscritti sulla base di valutazioni di merito legate solo ed esclusivamente alla capacità del professionista di dare risposte di qualità alle problematiche della professione e realizzare opere di alto profilo culturale e architettonico. Così facendo si potrebbe diffondere e fare conoscere a un’ampia fascia della popolazione il ruolo degli architetti e il potenziale della loro figura all’interno della società contemporanea. Allo stesso tempo si potrebbero così sottolineare le differenze di capacità tra gli iscritti, perché non hanno tutti le stesse competenze, capacità, sensibilità o cultura del progetto.
L’Ordine deve quindi valorizzare i suoi iscritti più competenti sulla base di parametri oggettivi che misurano la qualità dell’architettura e/o del progetto di architettura. Il suo ruolo verso gli iscritti dovrebbe quindi essere quello di fare emergere i meriti dei singoli e comunicarli a tutta la società, e non solamente agli addetti ai lavori.
Oltre a tutelare e a favorire i più meritevoli, l’Ordine dovrebbe lavorare affinché tutti abbiano le stesse opportunità lavorative, con particolare attenzione alle nuove generazioni. Promuovere bandi di concorso rivolti esclusivamente a progettisti giovani (di massimo 35-40 anni), eliminare dai bandi i requisiti economici minimi, promuovere all’interno delle amministrazioni pubbliche, ma anche presso i privati, le capacità, la freschezza delle idee e le competenze dei professionisti giovani (tra cui, ad esempio, l’uso di strumenti informatici innovativi o l’utilizzo di sistemi BIM che quelli più maturi spesso non controllano) sono alcune delle azioni che l’Ordine potrebbe metter in atto soprattutto per garantire un futuro ai giovani. Le giovani generazioni spesso sono competenti quanto le precedenti (e in alcuni casi anche di più), ma per pregiudizi legati all’esperienza non sono prese in considerazione dai committenti, pubblici o privati, anche se l’esperienza non è l’unico parametro in grado di garantire la buona riuscita di un progetto sia dal punto di vista architettonico che da quello costruttivo e procedurale.
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Last modified: 7 Giugno 2017