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Laura CerioloWritten by: Inchieste

Nove proposte per vincere marginalità e degrado

Nove proposte per vincere marginalità e degrado

Gli esiti del concorso bandito dal MiBACT con il Consiglio nazionale degli architetti per la riqualificazione di nove aree periferiche individuate in vari comuni dello stivale

 

VENEZIA. Non è un caso che la premiazione del primo concorso dedicato alla riqualificazione delle aree urbane periferiche, bandito dal MiBACT con il CNAPPC, abbia avuto luogo, il 19 novembre scorso, durante gli ultimi giorni di Biennale, al padiglione Italia all’Arsenale. Padiglione Italia che quest’anno ospitava una mostra dal titolo “Progettare per il bene comune”, ove i curatori, Tamassociati, hanno individuato fra i luoghi sensibili in cui operare per la collettività, le periferie, ambienti ai margini, complessi e plurali, ove si giocano anche i temi dell’integrazione. Emergono il valore sociale e la dimensione etica della disciplina, chiamata a rispondere a domande ben poste sulla riqualificazione delle periferie urbane, sull’appropriazione degli spazi collettivi con modalità tali da essere riconosciuta come propria, utile e prioritaria dalla comunità.

Le aree individuate dal concorso erano inizialmente dieci; successivamente è stata stralciata la candidatura di Empoli. Denominatore comune delle aree – alcune già note, altre meno – è l’essere spazi ai margini, non-finiti, o caratterizzati da edifici abbandonati, ma con scale dimensionali assai differenziate: da Palermo a San Bonifacio a Ruvo di Puglia.

I tempi di consegna dei progetti erano brevissimi: dal bando lanciato il 12 settembre, alla consegna l’11 novembre, alla proclamazione dei vincitori il 19 novembre. I partecipanti, di cui almeno un under 35 per gruppo, sono stati 220; ai nove vincitori è andato un premio di 10.000 euro ciascuno.

Gli enti banditori, il MiBACT e il CNAPPC nella figura del presidente Giuseppe Cappochin, si sono detti soddisfatti dei risultati ottenuti, sia in termini di partecipazione sia di qualità delle risposte ottenute. Inoltre, pare funzionare anche la formula del progetto-pilota bandito e risolto in tempi rapidi anziché prolissi come di solito, così come la promozione di gruppi giovani. Infine, convince l’idea di promuovere l’architettura come possibile veicolo di riscatto sociale. Per questo Cappochin, durante la presentazione, ha lanciato un’idea-provocazione, auspicando che anche la ricostruzione post-sismica venga affrontata attraverso il tema del concorso. E ha ribadito l’efficacia, la trasparenza e la qualità del metodo annunciando, insieme a Federica Galloni, direttrice generale per l’Arte e l’architettura contemporanee e le periferie urbane del MiBACT, una convenzione per mettere a concorso progetti in altre dieci aree degradate nel 2017.

L’impegno dei sindaci dei comuni che hanno manifestato interesse per l’iniziativa è quello, una volta ricevuti in dono le proposte selezionate, di affidare agli artefici gli approfondimenti progettuali, affinché si possa giungere alla realizzazione degli interventi. Per questo motivo ogni progetto reca il costo complessivo di massima per la sua fattibilità, come si può vedere sul sito web della piattaforma “Concorrimi”, in cui sono riportati tutti i progetti, le tavole, le relazioni e soprattutto il bando con le specifiche.

Senza entrare nel merito dei progetti, della loro rappresentazione, del linguaggio, dei contenuti, emergono in ciascuno e a titolo diverso impegno ed entusiasmo, anch’essi sinonimo di qualità. I progetti sono stati presentati fugacemente all’interno del padiglione Italia proiettati su parete, ma avrebbero meritato di restare esposti per una più attenta analisi. Tuttavia sorge una domanda: cosa ne sarà di questi progetti se, ad esempio, all’attuale ministro dovesse succederne uno meno interessato a questi temi, se venissero a mancare i finanziamenti, se i sindaci infine non tenessero fede alla parola data? Ancora una volta, si tratterebbe di energie spese e rimaste sulla carta.

I primi classificati nelle 9 aree

 

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Aprilia (Latina): area nel quartiere Toscanini 

Studio Orizzontale: Manfra Margherita (capogruppo), Grant Giuseppe, Mohiti Asli Nasrin, Pantaleoni Roberto, Ragazzo Stefano, Chimienti Antonio, Cioccetti Giorgia, Cocci Samuele, Mariani Chiara, Pallotta Simone

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Corato (Bari): area “Case minime” in rione Belvedere

De Napoli Mariangela (capogruppo), Giardino Francesco, De Gennaro Annapaola, De Napoli Francesca

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Marsala (Trapani): area nel Parco della Salienza

Capanno Danilo (capogruppo), Borrelli Francesca, Prevedini Paolo

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Palermo: area “Cittadella dello sport” nel quartiere San Filippo Neri (Zen)

Luzio Sergio (capogruppo), Barbaro Salvatore, Tuttolomondo Valeria, Nogara Giuseppa Marianna

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Reggio Calabria: area in rioni Trabocchetto e Sant’Anna

Brunelli Cristina (capogruppo), Pigliautile Marta, Cavalaglio Costanza, Biondi Lorenzo, Garinei Alberto, Marconi Marcello

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Ruvo di Puglia (Bari): area ex convento in rione Cappuccini

Nannini Cristiana (capogruppo), Naimoli Francesco, Ferrari Federica Annamaria, Spaltini Alessandra, Auricchio Gaetano, Yahfoufi Mirna

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San Bonifacio (Verona): area in quartiere Praissola (disegno di dettaglio in copertina)

Vandini Luca (capogruppo), Tedeschi Leonardo

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Santu Lussurgiu (Oristano): area ex collegio Carta-Meloni

Lai Silvia (capogruppo), Mastinu Miriam, Onni Giuseppe, Bartocci Samanta, Valentino Michele, Cannaos Cristian

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Sassari: area in quartiere Latte dolce

Marras Paolo (capogruppo), Marras Carlo Antonio, Sechi Stefano, Deriu Silvia

Autore

  • Laura Ceriolo

    Insegna all'ULB e al Politecnico di Bruxelles, e all'EPFL di Losanna. Si è laureata in architettura a Venezia (IUAV), poi specializzata all'Ecole normale supérieure di Cachan-Parigi. È dottore di ricerca in Storia delle scienze e delle tecniche costruttive, ha frequentato il master in Ponti dell'ENPC di Parigi, sempre sostenuta da solide fondamenta umanistiche, preziosa eredità della formazione liceale classica. Ha insegnato presso le Università di Architettura di Venezia, Losanna, Mendrisio. Per 10 anni è stata redattrice della rivista svizzera "Archi”, e collabora tra gli altri con “Tracés” e “il Corriere del Ticino”. Ha vinto per due anni consecutivi il Premio giovani ricercatori del Murst. A Venezia ha restaurato - primo esempio al mondo - un ponte in ghisa storico con fibre aramidiche (AFRP). I suoi ambiti di ricerca sono, oltre alla meccanica della frattura dei materiali fragili e il restauro con i materiali compositi, la storia dei materiali, dell'ingegneria e delle tecniche costruttive. Ha compartecipato alla 14. Mostra internazionale di architettura di Venezia con l'evento collaterale: „Gotthard Landscape-the unexpected view“. Ha curato mostre di architettura e strutture a Venezia, Torino e Ginevra. È stata direttrice responsabile della Fondazione Wilmotte di Venezia; perito tecnico d'ufficio del Tribunale civile di Venezia; membro attivo di varie associazioni di ingegneria, per l'arte e la storia dell'ingegneria, è autrice di numerose pubblicazioni. Collabora con la Società svizzera degli ingegneri e degli architetti

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Last modified: 28 Marzo 2017