Aperta fino ad aprile una mostra sul Rathaus di Friedrich von Schmidt: racconta la storia dell’imponente edificio di fine Ottocento, costruito con soluzioni tecnologiche innovative per l’epoca. Ancora oggi è un emblema e un riferimento
VIENNA (Austria). In verità, non è proprio certo che il Municipio (Rathaus) viennese sia stato in passato quello più grande del mondo – oggi comunque non lo è più – perché quasi contemporaneamente alla sua costruzione vengono realizzati i due mastodontici Municipi di Parigi (1873-82) e di Philadelphia (1870-04).
Ma resta il fatto che esso è stato, con la sua torre di 103,3 metri (compreso il coronamento), addirittura l’edificio più alto del mondo, sebbene solo per un brevissimo periodo di tempo (1892-94). Queste ed altre curiosità emergono da una interessante mostra di recente inaugurata nei locali della Biblioteca cittadina all’interno – manco a dirlo – del Rathaus di Vienna (1872-83), al quale essa è interamente dedicata, in occasione del secondo centenario della nascita del suo architetto, il tedesco Friedrich von Schmidt (1825-91).
Perché tanto interesse per un colossale edificio ottocentesco? Perché il Rathaus viennese è stato fin dall’inizio non solo il centro della vita amministrativa della capitale dell’allora smisurato impero asburgico, ma anche il simbolo della città intera, della sua vita culturale e politica.
La sua imponente dimensione è legata, infatti, al ruolo vitale che esso ha ricoperto e continua ancor oggi a ricoprire. Con una superficie lorda di circa 113.000 metri quadrati, il Rathaus viennese è stato l‘edificio civile più grande della città e, di fatto, l’unico in grado di misurarsi con il fasto del palazzo imperiale di Schönbrunn o dell’aristocratico Belvedere. Le sue enormi dimensioni complessive – occupa un intero isolato urbano di 152 per 127 metri, con 7 cortili e l’alta torre neogotica – si spiegano solo con la necessità di consacrare la presenza della libera società borghese come terzo polo di potere all’interno della monarchia imperiale. E la storia della sua costruzione ce lo conferma.
Storia di una costruzione eccezionale
Nel 1861, la riforma degli statuti comunali rende indispensabile la costruzione di un nuovo Rathaus nell’ambito dei piani di ampliamento della capitale a seguito della demolizione delle mura e della realizzazione della Ringstrasse (1865). Nel 1868 viene bandito un concorso internazionale da cui esce vincitore il progetto di Friedrich von Schmidt, già noto per avere a lungo ricoperto l’incarico di architetto capo della Cattedrale di S. Stefano. Il suo edificio convince la giuria per il rigore della organizzazione funzionale e per la chiarezza formale del suo linguaggio neogotico, che richiama le antiche libertà delle città medievali.
Definitivamente situato nel vuoto del Paradenplatz, il nuovo Rathaus si inserisce, in leggero arretramento rispetto alla Ringstrasse, fra il palazzo del Parlamento, quello dell’Università ed il Burgtheater. Sull‘elegante palcoscenico della Ringstrasse, la nuova Vienna regio-imperiale sembra misurarsi principalmente in virtù della monumentalità dei nuovi edifici. E, a questo proposito, un curioso aneddoto: un decreto imperiale impediva a qualsiasi nuova costruzione di raggiungere i 99 metri di altezza della vicina Votivkirche (1879), innalzata dopo un fallito attentato al Kaiser Franz-Joseph. Schmidt eresse, quindi, la torre del suo Rathaus solo fino a 98 metri, collocandovi però sopra una statua portabandiera in ferro battuto (il popolare Rathausmann) che tocca i 103,3 metri: così, dopo S. Stefano, il Rathaus divenne l’edificio più alto della città! Al suo interno, la gigantesca Sala delle feste (71 per 20 metri) consente ad una borghesia, ormai conscia del proprio potere economico e politico, di rivaleggiare con l’aristocrazia nobiliare organizzando lunghe stagioni di balli e ricevimenti.
Ma il Rathaus è qualcosa di più di una sontuosa reggia borghese; esso diviene da subito una istituzione popolare. “Un municipio come quello di Vienna deve essere organizzato in modo tale che tutti i suoi locali siano accessibili a ogni cittadino, anche al più povero; […] il municipio deve essere aperto a tutti, affinché ciascuno possa adempiere ai propri doveri e far valere i propri diritti” dirà, in una accorata relazione, il suo progettista.
Il Rathaus viennese è un edificio che sotto il bel manto lapideo della sua architettura storicista ricorre a notevoli novità strutturali (le copertura in acciaio, l’uso del cemento Portland) e tecniche (i sistemi di riscaldamento e ventilazione meccanica, la rete di comunicazioni, gli impianti elettrici, gli ascensori, le finestre scorrevoli) decisamente all’avanguardia per quei tempi. Inoltre, accanto alla sua funzione di centro politico-amministrativo della capitale, esso accoglie, a partire dal 1887, la nuova Biblioteca, l’Archivio storico e il Museo della città (oggi al Karlsplatz).
A queste funzioni culturali si assommano anche la presenza del frequentatissimo ristorante ed altre funzioni minori (ufficio postale, cappella) che contribuiscono a tratteggiarne la figura quasi di una piccola ed efficiente città nella città. Ben presto, col crescere delle necessità funzionali, la municipalità di Vienna acquisterà anche i lotti circostanti al Rathaus, permettendo così al von Schmidt di erigere una sorta di moderno distretto terziario-amministrativo.
L‘enorme sforzo economico per la costruzione del Rathaus – 13,5 milioni di Gulden, oggi equivalenti a circa 250 milioni di euro – costa però, nel 1878, la poltrona al sindaco Cajetan von Felder, scatenando al contempo i giornali satirici dell‘epoca.
Simbolo del paesaggio urbano e sociale
Fin qui la storia. La mostra contiene, però, molto altro fra cui anche una ampia rassegna di locandine e manifesti – sempre provenienti dalle raccolte cittadine – che raccontano un aspetto diverso della vita del Rathaus, quella cioè della sua subitanea accettazione a livello popolare attraverso gli eventi e le manifestazioni che in esso si susseguono costantemente negli anni.
Leggendaria, nel quadro delle Festwochen viennesi, la messa in scena di Max Reinhardt, nel cortile d’onore, della “Morte di Danton” (1929), con un innovativo e potente allestimento teatrale. L‘indiscusso ruolo ricoperto dal Rathaus nell’immaginario urbano viennese non passa certo inosservato agli occhi attenti del Führer che, dal balcone centrale del piano nobile tiene, nel 1938, uno dei suoi tristemente noti discorsi, ricoprendo le belle pietre calcaree con inquietanti svastiche nere e bianche. Ben più recentemente, memorabile rimane l’allestimento di Karl Schwanzer, ancora nel cortile d’onore, per il 50° anniversario di Vienna capitale della Repubblica (1968).
Oggi, invece, il Rathaus e la sua piazza si riempiono annualmente per il popolare Filmfestival estivo e per altri spettacoli oltre che, naturalmente, in occasione delle celebrazioni ufficiali del 1° maggio, retaggio che viene dalla lontana tradizione socialista. Saxa loquuntur (le pietre parlano) è il motto del progetto vincitore di von Schmidt, e le pietre del Rathaus davvero ci parlano della lunga storia che si è svolta fra quelle mura, all’ombra dell’alta torre col Rathausmann.
Una storia che arriva fino ai giorni nostri, in cui il grande edificio, abbandonati i fasti e le ombre di un tempo, si trasforma in una sorta di infrastruttura aperta, collegata ai bei giardini e all’ampia piazza antistante. Ne sanno qualcosa le migliaia di turisti italiani che, come di consuetudine, sciamano in questo periodo natalizio fra le viuzze del mercatino natalizio, affacciandosi nelle arcate e nei cortili di questo singolare e suggestivo edificio in forma di città.
Immagine di copertina: fotografia della facciata principale del Rathaus, Vienna (© wiki)
“Monument der Stadt. Rathaus Wien”
23 ottobre 2025 – 30 aprile 2026
Curatori: Andreas Nierhaus e Gerhard Murauer con la collaborazione di Christoph Freyer e Franz J. Gangelmayer
Grafica: Gerhard Bauer
Allestimento: Irina Koerdt e Sanja Utech, koerdtutech
Catalogo: “Rathaus Wien”, a cura di Anita Eichinger, Franz J. Gangelmayer, Gerhard Murauer e Andreas Nierhaus, Residenz Verlag, Vienna 2025
Biblioteca cittadina di Vienna
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Progettista: Friedrich Schmidt (1825-1891)
Costruzione: 1872-1883
Materiali: struttura mista in blocchi di pietra calcarea compatta e muratura di mattoni
Superficie dei 7 cortili: 5.525 mq
Superficie dei porticati: 2.806 mq
Superficie lorda: 113.000 mq
Altezza della torre: 98 metri (con il Rathausmann: 103,3 metri)
Altezza delle torri laterali: 65 metri
Numero delle stanze: 1.575
Lunghezza dei corridoi: oltre 2,5 km
Numero di finestre: 2.035
Numero delle manifestazione all‘anno: circa 800
Facciate in pietra: circa 40.000 mq
Sculture sulle facciate: 76


































