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Lucio BoveWritten by: Forum Patrimonio Professione e Formazione

Tragico crollo nella Torre dei Conti: no a scelte frettolose

Tragico crollo nella Torre dei Conti: no a scelte frettolose
Riceviamo e pubblichiamo un intervento di Lucio Bove, funzionario del Ministero della cultura, rispetto a quanto avvenuto nel monumento romano nei pressi dei Fori Imperiali. Occasione doverosa per una necessaria riflessione sui temi della tutela

 

Sulla Torre dei Conti, nel centro monumentale di Roma, chiusa dal 2007, è in corso un importante intervento di recupero e restauro. Si tratta di uno dei più consistenti finanziamenti Pnrr del programma Caput Mundi: con un importo complessivo di quasi 7 milioni di euro prevede un insieme sistematico di opere di consolidamento statico e di restauro conservativo. Oltre ad una nuova accessibilità alla Torre e alla sua porzione ipogea, l’obiettivo è la realizzazione di un Centro Servizi per l’Area Archeologica Centrale di Roma con un allestimento museale dedicato alle fasi più recenti dei Fori Imperiali. Il primo stralcio dei lavori, gestito dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, è stato avviato nel giugno del 2025 ed è sostanzialmente concluso. Il tragico crollo del 3 novembre 2025 pone una serie di questioni urgenti rispetto al tema del recupero e del restauro del patrimonio. 

 

ROMA. Gli addetti ai lavori sanno quanto sia complesso prendersi cura dello stratificato e diversificato patrimonio architettonico che abbiamo ricevuto in eredità. Dal confine più settentrionale fino alla punta meridionale dello stivale e alle isole – percorrendo ogni strada e raggiungendo qualsiasi luogo che presenti un segno antropico da preservare – chi si occupa di tutela in Italia si approccia ai beni ai quali è stato riconosciuto un valore con un obiettivo prioritario: conservarli e tramandarli alle future generazioni. Questi sono i documenti – parola cara al professore Giovanni Carbonara – sui quali intervenire percorrendo una strada che sia allo stesso tempo critica e conservativa: attenta alle necessità conservative e all’intera gamma di problemi che il restauro suscita, compresa la reintegrazione delle lacune.

Tecnici specializzati e cultori della materia si formano e lavorano avendolo bene a mente; se da una parte muovono i loro passi forti di quanto appreso dei maestri che li hanno preceduti, dall’altra, in un mondo sempre più tecnicistico e specialistico, continuano ad apportare novità anche grazie ai progressi scientifici. Nuovi materiali e inedite professionalità che si affacciano nel campo del restauro fanno propendere verso inaspettate sperimentazioni, permettendo di ottenere risultati altrimenti impensabili.

Tutto ciò avviene lavorando in situazioni emergenziali dovute a numerose concause tra le quali, purtroppo, spesso ne spicca una: la mancanza di risorse economiche per poter intervenire su tutto. Alla sistematica e programmata manutenzione ordinaria – che, come ci è stato insegnato, è essa stessa già restauro – ci si trova a dover agire prontamente con interventi di somma urgenza. Un metodico e costante scandaglio dello stato dei luoghi dei beni per valutarne l’entità risulta impossibile a causa delle tante attività da portare avanti. Tale congestione operativa e penuria economica creano rischi per il vero bene: la vita umana.

Il caso della Torre dei Conti a Roma che ha portato al decesso dell’operaio Octay Stroici è una ferita profonda che faticherà a rimarginarsi velocemente. Il cedimento del contrafforte della Torre che ha, presumibilmente, dato origine agli altri cinematismi e ne ha squarciato la possente mole ci rende vulnerabili, agitati, arrabbiati.

Su alcune testate giornalistiche e sui social sono già state pubblicate e condivise, anche da parte di specialisti, proposte di de-costruzione e di demolizione, come a voler cancellare questa pagina di cronaca, prima ancora della mole di malta e laterizi: nulla di più sbagliato e avventato. Al contrario, l’auspicio è che questa triste vicenda possa portare a dibattiti che mettano in discussione alcuni aspetti della tutela, non l’approccio metodologico e operativo con cui questa trova applicazione.

L’augurio è che la Torre dei Conti possa essere oggetto di un attento momento di studio e di restauro e che possa essere presto aperta al pubblico. La speranza è che uno dei suoi ambienti venga dedicato alla memoria di Octay Stroici, così che ogni persona possa ricordarsi quello che accadde il 3 novembre del 2025. Questi sono i segni di cui abbiamo bisogno: forti, chiari, umani. Rappresentando il profondo dolore ai familiari della vittima e a tutte le persone che lo conoscevano.

Immagine di copertina: Roma, Torre dei Conti, crollo, 2025 (dal sito web www.comune.roma.it)

Autore

  • Lucio Bove

    Architetto specialista in Beni Architettonici e del Paesaggio, si è formato tra l’Università degli Studi di Ferrara e La Sapienza di Roma. I suoi interessi sono orientati verso la storia dell’architettura e le questioni teoriche del restauro, anche come autore di articoli divulgativi del settore

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Last modified: 8 Novembre 2025