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Il nuovo centrale del Roland Garros, una perla dell’architettura sportiva

Il nuovo centrale del Roland Garros, una perla dell’architettura sportiva

A Parigi, con la conclusione degli Open di Francia 2019, al via l’ultima fase di ammodernamento dell’impianto con la costruzione di un grande tetto retrattile

 

PARIGI. Quando si parla d’impianti sportivi che hanno scritto la storia del tennis, non si può non citare il Roland Garros, uno stadio collocato proprio nei pressi del Parco dei Principi, nella parte sud-ovest della capitale francese. È uno degli stadi più conosciuti e amati in tutto il mondo, teatro di alcune tra le più belle gare di tennis di tutti i tempi. Infatti, nel periodo che va da maggio a giugno, vi si disputa il più famoso torneo mondiale sulla terra rossa, gli Open di Francia, competizione particolarmente amata dal tennista azzurro Fabio Fognini. Una manifestazione che è inserita di diritto nei quattro tornei che formano il mitico Grande Slam, in cui sono compresi anche l’Open di Australia, l’US Open e il torneo di Wimbledon.

Il famosissimo stadio transalpino è dedicato a Roland Garros (1888-1918), uno dei più importanti aviatori e celeberrimi eroi francesi della Grande guerra. L’impianto ospita ben venti campi da tennis in terra battuta, oltre a un museo multimediale bilingue che svela tanti dettagli interessanti sulla storia di questa disciplina sportiva. Completano la struttura vari punti di ristoro, nonché una zona completamente dedicata alla stampa e una ai personaggi famosi che assistono ai match.

L’intero impianto del Roland Garros è oggetto di un intervento di adeguamento e ammodernamento in corso da alcuni anni. In particolare, una miglioria non era più procrastinabile: l’anno scorso, dopo l’interruzione del quarto di finale tra Rafa Nadal e Diego Schwartzman, si è capito come una copertura sovrastante il Campo centrale (dedicato a Philippe Chatrier) avrebbe permesso di proseguire l’incontro. Purtroppo, però, lo storico impianto francese è l’unico tra quelli del Grande Slam ad essere ancora sprovvisto di una copertura mobile. Ecco la ragione per cui si sta provvedendo alla realizzazione di un nuovo tetto retrattile per l’arena centrale: i lavori dovrebbero essere ultimati in tempo per lo svolgimento della prossima edizione nel 2020. Così, oltre ad ovviare agli inconvenienti legati al maltempo, l’intervento consente anche un aggiornamento dell’immagine complessiva dell’arena, considerata parecchio vetusta rispetto agli altri principali impianti del Grande Slam.

Ed è possibile che il nuovo Campo centrale vedrà scontrarsi in finale Rafa Nadal e Novak Djokovic, tra i candidati di Oddschecker per la vittoria del secondo Slam stagionale. Il cantiere procede in modo spedito, come ha avuto modo di sottolineare Gilles Jourdan, direttore aggiunto del Roland Garros nonché responsabile dei lavori, firmati dallo studio ACD-Girardet (gli architetti di Versailles Claude e Didier Girardet, qui di casa fin dal 1994, in quanto artefici di numerosi interventi nel complesso sportivo come, tra gli altri, il rifacimento del campo Suzanne Lenglen). Ormai ci siamo quasi: mancano pochi giorni e poi si potranno ammirare all’opera i vari atleti sul Campo Simonne Mathieu, particolarmente suggestivo in quanto collocato al centro di uno spettacolare giardino botanico: una sorta di tribuna-serra su progetto architettonico di Marc Mimram e sistemazione paesaggistica di Michel Corajoud.

Allo stesso modo, anche il Campo Philippe Chatrier potrà contare su un aspetto totalmente rinnovato, con la ricostruzione delle tribune laterali ma, soprattutto, l’installazione del tetto retrattile. La nuova struttura si attesterà sui 31 metri di altezza (contro i 26 attuali) e sarà composta da 11 travi a cassone (dette “ali”) in acciaio ad alta resistenza, ciascuna caratterizzata da un peso pari a 320 tonnellate, con altezza di circa 3 metri e luce di oltre 100 metri. La parte conclusiva del cantiere – a carico del general contractor transalpino Vinci Construction con la collaborazione specializzata, proprio per la realizzazione e fornitura della carpenteria metallica di copertura, dell’azienda friulana Cimolai SpA – comincerà una volta terminata l’edizione 2019 del torneo, quando si procederà anche con la demolizione del Campo 1. Lo spazio così liberato verrà sfruttato per la realizzazione del nuovo cortile di accoglienza degli Open di Francia, in cui potrà essere introdotto anche un museo oppure una boutique di notevoli dimensioni, con i lavori che dovrebbero terminare nel 2021.

 

 

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Last modified: 29 Maggio 2019