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Gerardo MazziottiWritten by: Professione e Formazione

L’albomania

L’albomania

Riceviamo e pubblichiamo una lettera di commento sulla dubbia utilità degli Ordini professionali e sulla proliferazione di proposte di legge per l’istituzione di nuovi albi

 

Marco Pannella pronunciò molti anni addietro questa frase provocatoria: «L’errore del meccanico, dell’idraulico e dell’elettricista può essere più dannoso di quello dell’ingegnere, dell’avvocato e del medico, quello del meccanico addirittura tragico, e allora perché non pretendere anche da questi artigiani un codice deontologico e un albo?». La pronunciò per sostenere la tesi dell’assoluta inutilità degli Ordini professionali e dei loro codici deontologici perché li considerava «Inadeguati a garantire la collettività sulla buona qualità delle prestazioni degli iscritti». E aggiunse: «Sarebbe come ripetere l’esame di laurea e sottoporli a un altro esame di Stato. E questo non è nei compiti istituzionali degli Ordini. I professionisti sono cittadini della Repubblica che, ai sensi dell’art 3 della Costituzione, sono tenuti a rispettare le leggi dello Stato e non un comportamento professionale gradito agli Ordini e nemmeno un codice deontologico privo di validità giuridica».
Perciò proponeva l’abolizione degli Ordini professionali, in particolare quello dei giornalisti, e la loro sostituzione con libere associazioni sulla base di affinità professionali, artistiche, culturali, ideologiche, politiche. E, perché no, anche sessuali. Le libere associazioni previste dall’art. 18 della Costituzione.

Sulle posizioni di Pannella e dei Radicali erano Luigi Einaudi, Ugo La Malfa, Indro Montanelli, Bruno Zevi, Giulio Carlo Argan, Emma Bonino, Antonio Guarino, Edoardo Caianiello, Marcello Gigante, Elena Croce, Giovanni Michelucci, Pier Luigi Nervi, Riccardo Morandi, Luigi Piccinato, Adalberto Libera, Luigi Moretti. E tantissime altre personalità della politica e della cultura.

Chiedevano l’abolizione della legge fascista n. 897 del 25 aprile 1938 («Norme sulla obbligatorietà dell’iscrizione negli Albi Professionali e sulle funzioni relative alla custodia degli Albi») che conviene riportare: «Gli ingegneri, gli architetti, i chimici, i professionisti in materia di economia e commercio, gli agronomi, i ragionieri, i geometri, i periti agrari ed i periti industriali non possono esercitare la professione se non sono iscritti negli albi professionali delle rispettive categorie a termine delle disposizioni vigenti. Coloro che non siano di specchiata condotta morale non possono essere iscritti negli albi professionali, e, se iscritti, debbono essere cancellati, osservate per la cancellazione le norme stabilite per i procedimenti disciplinari». Una legge razziale che impedì l’esercizio professionale agli ebrei, agli antifascisti e agli omosessuali, considerati privi di “specchiata moralità”. E che nell’Italia repubblicana e antifascista è ancora vigente. A vergogna di un Parlamento pavido e inetto.

Ma in questo strano Paese accade di tutto. Anzichè approvare l’abolizione degli attuali Ordini professionali e dei relativi albi, sono state presentate in Parlamento, pronte per la campagna elettorale, decine di proposte di legge per la creazione di altri albi. I parlamentari Elvira Savino, di FI; propone l’albo dei podoiatri, Ornella Bertorotta, del M5S, quello sui manutentori di ascensori, Tiziano Arlotti, del PD, quello dei meteorologi, Maurizio Sacconi, di AP, quello degli statistici, Andrea Vallascas, del M5S, quello delle guide alpine, Angelo Capodicasa, del MDP; l’albo dei consulenti filosofici.

Non mancano le proposte per l’istituzione degli albi degli educatori degli asili nido, dei fisioterapisti, dei mediatori linguistici, dei periti agrari,degli erboristi, degli assistenti sociali, degli autisti soccorritori, dei pizzaioli (non è stata forse proposta la pizza napoletana nel patrimonio dell’umanità?).

E siccome un albo non si nega a nessuno, propongo l’istituzione dell’albo degli imbecilli, una categoria di numerosi individui che vengono invitati in tutti i talk show televisivi per dire sesquipedali stupidaggini sugli albi professionali e sulla riforma degli Ordini e, visto che ci sono, anche sulla politica, sull’economia, sugli immigrati, sul terrorismo, sul papa, sull’Islam, su Renzi, su Berlusconi… E, manco a dirlo, su Trump e su Kim.

Autore

  • Gerardo Mazziotti

    Laureato in architettura a Napoli nel 1950 con un progetto di velodromo che vince il Premio Coni per impianti sportivi e grazie al quale il relatore Carlo Cocchia lo coinvolge nella progettazione dello stadio San Paolo di Napoli. È stato docente della Facoltà di Ingegneria di Salerno e autore, per la Collana scientifica dell’Università delle pubblicazioni “La ricerca della Forma”, “Il Partenone” e “Costruire”. Direttore dei servizi tecnici dell'Iacp di Napoli dal 1956 al 1989. Tra i progetti, le Terme del Solaro a Castellammare di Stabia, l’Ostello della gioventù a Napoli Mergellina, la Banca d’Italia di Benevento e un complesso scolastico polifunzionale a Napoli Marianella. Come autore di tre libri pubblicati sulla ventennale vicenda di Bagnoli-Coroglio ha ricevuto nel 2008 il Premio internazionale di Giornalismo civile. Nel 2016 ha pubblicato “Una vita da irridibile irrequieto” (Clean edizioni, prefazione di Aldo Masullo)

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Last modified: 25 Agosto 2017