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Cristina DonatiWritten by: Città e Territorio

Musica e circenses a Firenze (ma all’’auditorium mancano 100 milioni)

Musica e circenses a Firenze (ma all’’auditorium mancano 100 milioni)

Firenze. Il Centro Urbano SanDonato e il Parco della Musica aprono le porte a dicembre: due grandi opere, simbolo di un riscatto urbano atteso da anni, a cui sono affidati ruoli diversi ma ugualmente strategici. Al primo si chiede d’innestare la rigenerazione sociale dello sprawl periferico di nord-ovest e di agire come dinamica centralità del piano di Novoli, espressione del romantic urbanism dell’asse Krier-Franchini-Vittorini nel Prg del 1992. Al secondo, realizzato con i finanziamenti per i 150 anni dell’Unità d’Italia, si chiede di offrire a Firenze un palcoscenico culturale a scala internazionale. Due inaugurazioni che chiudono i primi due anni dell’amministrazione Renzi che, dopo l’approvazione ad agosto del Piano strutturale, ha messo in cantiere i progetti della stazione Tav e della linea 2 della tramvia, l’adeguamento della Fortezza da Basso, il recupero del complesso di Sant’Orsola, dell’ex Manifattura tabacchi e dell’ex centrale termica di Novoli, il potenziamento urbano di nord-ovest con il piano Mercafir, nuovi parcheggi interrati in piazza Vittorio Veneto e piazza del Carmine e un concorso internazionale per la riqualificazione di piazza della Repubblica.
Firenze in festa ma non senza interrogarsi sul futuro di due interventi in cui non sono mancate inchieste giudiziarie e battute d’arresto.

Il Centro Urbano SanDonato a Firenze Novoli
Dopo le indagini giudiziarie che hanno bloccato il cantiere per due anni, il nuovo complesso, un mix funzionale che si affaccia su una piazza pubblica, dà il via alla valorizzazione a nord-ovest di Firenze, come già auspicato negli anni sessanta dal Piano Detti. Con 60.000 mq, di cui 24.000 dedicati ad attività ludico-commerciali, 20.000 a spazi urbani pubblici, e un parcheggio interrato per 1.000 posti, Isolarchitetti ha progettato una cattedrale per i culti della più esigente leisure society: otto sale cinematografiche, un centro della Virgin Active con palestre, piscine e centro benessere, ristoranti, spazi per la grande distribuzione e una decina di negozi di quartiere. Se di giorno l’edificio è connotato da un’identità introversa, in cui prevale la massività di mura laterizie che cingono l’intero edificio quasi come una fortezza a proteggere il «cuore» realizzato con tamponamenti in vetro e acciaio verniciato di un azzurro intenso, la sera si accende grazie all’illuminazione Led.
Come sottolinea, l’ingegner Alessandro Chimenti, direttore dei lavori: «il Centro Urbano SanDonato a Firenze Novoli è un’esperienza di dimensioni a grande scala atipiche per Firenze, tradizionalmente abituata a spazi interstiziali e nascosti».

Il Parco della musica e della cultura
Le tappe del nuovo auditorium si succedono rapide: 2008, concorso, gennaio 2009, posa della prima pietra, 21 dicembre 2011, inaugurazione con concerto di Zubin Mehta. Una tempistica eccellente se non fosse che, come spiega il commissario delegato Elisabetta Fabbri, «mancano ancora 100 milioni per poter completare il secondo lotto. Per il primo ne sono serviti 156, di cui 74 dallo Stato, 42 dal Comune e 40 dalla Regione». L’inaugurazione è quindi solo simbolica, il cantiere riprenderà, fondi permettendo, dopo il concerto. L’opera riveste un ruolo strategico come nodo nevralgico tra il Parco delle Cascine, la stazione Leopolda e il futuro polo fieristico della Fortezza da Basso, ma soprattutto ha le potenzialità per un’offerta culturale che vanta una sala da 1.800 posti e 11 palchi, una sala piccola da 1.000 posti e una cavea da 2.600 spettatori, oltre a ristoranti, caffetterie, locali prove e uffici.
L’architettura dei romani Abdr è una composizione di volumi a contrasto materico, realizzati con un tradizionale impalcato di calcestruzzo in opera e murature a cappotto. Il rivestimento è in kerlite di un elegante color bianco cangiante, sullo sfondo di una scenografica parete di listelli in cotto grigio disposti a formare un inedito traforo di pieni e vuoti. Un progetto degno di una grande opera a cui ancora mancano le certezze finanziarie necessarie alla sua piena valorizzazione.

Autore

  • Cristina Donati

    Prima collaboratrice poi redattrice della testata online fin dagli esordi nel 2014. Prematuramente scomparsa nel 2021. Studia architettura a Firenze dove consegue un Dottorato di ricerca in storia dell’architettura. Dopo la laurea si trasferisce a Oxford dove collabora con studi professionali, si occupa di editoria e cura mostre per Istituti di cultura a Londra. Ha svolto attività didattica per la Kent State University (USA) con il corso di Theories of Architetcure. Scrive per numerose riviste internazionali e svolge attività di ricerca sull’architettura contemporanea e i suoi protagonisti. Dirige la collana editoriale «Single» sul progetto contemporaneo per la Casa Editrice Altralinea. E' autrice di saggi e monografie tra cui: «Michael Hopkins» (Skira, 2006); «L’innovazione tecnologica dalla ricerca alla realizzazione» (Electa, 2008); «RSH+P, Compact City» (Electa, 2014); «Holistic Bank Design» (Altralinea, 2015).

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Last modified: 26 Settembre 2017