Parallelamente alle elezioni per il rinnovo dei Consigli, abbiamo posto a presidenti uscenti e architetti due domande: come dovrebbe essere l’Ordine del futuro? Quali funzioni dovrebbe assolvere? Ecco le risposte
In concomitanza con il periodo di elezioni per il rinnovo dei Consigli degli Ordini provinciali degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori ci siamo interrogati su come dovrebbe cambiare un’istituzione dalla storia lunga (ci stiamo avvicinando al centenario della loro costituzione). E abbiamo rivolto due domande ad alcuni presidenti (uscenti e a volte non più ricandidabili) ma anche a illustri esponenti del mondo professionale, giovane e più maturo. Ecco i risultati, affiancati da una breve storia.
Cosa pensano i presidenti (uscenti)
MASSIMO GIUNTOLI | Ordine Architetti PPC di Torino
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L’Ordine deve essere un organismo di tutela degli architetti
In un necessario cambiamento di prospettiva, i nuovi Ordini dovrebbero creare nuove opportunità, essere un punto di riferimento per la comunità degli architetti, intervenire nel dibattito urbanistico e architettonico e valorizzare gli iscritti e il loro lavoro davanti ai cittadini
FRANCESCO GIOIA | Ordine Architetti PPC di Matera
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Si deve lavorare per ridare all’architetto una nuova centralità
Gli Ordini, e una loro diffusa presenza sul territorio, dovranno accompagnare la crescita degli iscritti. Per fare questo, quelli minori, meno attrezzati, dovranno essere in grado di creare reti e aggregarsi con professioni e organizzazioni complementari
Cosa pensano gli architetti
LUIGI CENTOLA | centola & associati_
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Ordini, non aiutateci, ma almeno non interferite!
Direttamente dall’eseprienza con l’Ordine degli Architetti PPC di Salerno, tre sono i punti che dovrebbero essere migliorati: gestione dell’albo, supporto ai concorsi e formazione
__GIULIA DE APPOLONIA | officina di architettura
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Promuovere e chiarire l’importanza dell’architetto
Gli Ordini oggi dovrebbero farsi carico di una missione fondamentale: fare rinascere la consapevolezza dell’importanza del ruolo dell’architetto e dell’architettura
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MIRKO FRANZOSO | mirko franzoso architetto
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Valorizzare gli iscritti, soprattutto giovani, secondo capacità e competenze
Promuovendo bandi di concorso rivolti ai giovani (massimo 35-40 anni) senza requisiti economici ma anche capacità e freschezza di idee delle nuove generazioni presso gli enti pubblici e i privati
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MASSIMILIANO FUKSAS | fuksas
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Tutti gli Ordini professionali dovrebbero essere aboliti poiché residuo di un’altra epoca
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LUIGI PRESTINENZA PUGLISI | prestinenza.it
La Legge sull’architettura! Magari con Renzo Piano come testimonial…
Un Ordine deve rappresentare al meglio la categoria anche attraverso professionisti di successo e insigni cattedratici. E dovrebbe battersi per ottenere la legge sull’architettura, facendo anche pesare i numeri in termini di voti
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RENZO PIANO | rpbw architects
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Concorsi, ruolo forte per l’architetto e dibattito sui temi nazionali
Per l’architetto italiano più famoso nel mondo, le linee operative, di strategia “politica” sono tre
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MARIA ALESSANDRA SEGANTINI | c+s
E se facessimo come in Gran Bretagna?
Arb e Riba sono un ottimo modello a cui ispirarsi. Arb è indispensabile per l’esercizio della professione, mentre Riba, con il suo brand e la sua rete, è essenziale per la qualità, sebbene l’iscrizione sia facoltativa
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ALBERTO WINTERLE | weber+winterle architetti
Difendere la professione attraverso la qualità del progetto
Accanto a ruoli istituzionali consolidati ma riduttivi, gli Ordini devono diventare punti di riferimento per le attività culturali e fare lobby per tutelare le competenze di architetti che tuttavia non sono tutti uguali
Gli Ordini nella storia
Architetti (e Ingegneri): come nascono gli Ordini? di Laura Milan
La nascita degli Ordini provinciali, sebbene sancita tra 1923 e 1925, ha radici che affondano negli anni postunitari, quando i tecnici, sebbene non tutti d’accordo, iniziano a discutere di tutela del titolo, concorsi, tariffe ed esercizio della professione
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Last modified: 7 Giugno 2017