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Written by: Biennale di Venezia

Il Padiglione Italia di TAMassociati: la cura del bene comune attraverso l’architettura

Il Padiglione Italia di TAMassociati: la cura del bene comune attraverso l’architettura

“L’architettura, quando si prende cura degli individui, dei luoghi e delle risorse, fa la differenza” (TAMassociati)

 

VENEZIA. Entrando nel Padiglione Italia curato da TAMassociati ci si trova di fronte ad un esperimento che coniuga l’aspetto dell’esposizione dei progetti, tipico di una mostra internazionale di architettura quale la Biennale di Venezia, con quello, meno usuale, dell’azione concreta sul campo.

Le keywords sulle quali lo studio veneziano ha intessuto la trama del progetto curatoriale – pensare/incontrare/agire – si trasformano negli “step” consequenziali che accompagnano i visitatori alla scoperta delle tre sezioni del percorso espositivo. Il loro “Reporting” si cala nel margine delle città, principalmente italiane ma anche mondiali, e individua il “bene comune” come seme dal quale possano germogliare, attraverso un’architettura eticamente consapevole e responsabile del proprio valore civico, azioni mirate a incrementare i valori umani, sociali e ambientali in contesti di marginalità e degrado.

Approfondendo la lettura dei contenuti del Padiglione Italia emergono i punti cardinali del messaggio che TAMassociati hanno voluto lanciare dall’osservatorio della Biennale in risposta all’invito esteso da Alejandro Aravena.

Le periferie, anzitutto. “Un’architettura che guarda al sociale (…) strumento attraverso cui le periferie dell’abitare possano rivendicare diritti, progresso, opportunità, inclusione”.

Cogliendo l’input rivolto dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, il concept si focalizza sulle periferie, luoghi ibridi attraversati da fenomeni complessi e spesso caratterizzati da degrado, non solo fisico ma anche, e soprattutto, sociale. Ma le periferie, come invitano a fare TAMassociati, non possono essere viste solo dal loro lato negativo, perché in esse si nascondono spesso energie e risorse inaspettate che aspettano l’occasione di emergere e di prender forma. E le architetture prodotte dagli studi italiani e selezionate per il Padiglione Italia sono accomunate dall’essere concretamente uno strumento che si prende cura delle comunità e che cura i loro bisogni, innestando azioni sperimentali di condivisione, di mutuo soccorso, di autocostruzione, di socializzazione, di educazione.

 

I semi della crescita. “I beni comuni sono come semi che possono moltiplicarsi e crescere”.

Dal seme può nascere una nuova vita. La metafora biologica è utilizzata da TAMassociati per illustrare il concetto di bene comune, ed è molto efficace per trasmette il messaggio che, per ottenere risultati a lunga durata e ad ampio raggio, non è sufficiente piantare il seme/progetto ma, nel tempo, bisogna prendersene cura e sfruttarne la capacità di riproduzione e moltiplicazione. L’architettura del bene comune è un’architettura per la collettività: questa è l’anima di Taking care, già leitmotiv ricorrente nel lavoro di TAMassociati e ora trasposto nel concept curatoriale. L’architettura è dunque intesa come un processo che nasce dal basso e in cui è necessario incontrare le comunità e agire in conseguenza delle loro istanze.

 

Nel cuore della marginalità. “5 progetti inediti pensati per 5 dispositivi mobili pensati per 5 associazioni impegnate nel contrasto alla marginalità in aree periferiche italiane”.

L’innesto del seme del bene comune punta al cuore del problema e concretizza le cinque azioni di progetto che verranno avviate proprio a partire dalla Biennale di Venezia. In contesti difficili, delle città dell’Italia del nord, del centro e del sud verranno fisicamente collocati i cinque “container” mobili che assumeranno il valore di presìdi sperimentali nati dall’ibridazione di saperi, di conoscenze e di discipline diverse. Unendo la progettualità propria dell’architettura alla pratica concretezza di chi, come le associazioni no-profit, affronta e risolve sul campo le difficoltà, questi dispositivi “on the road” diventeranno un avamposto per ascoltare e incontrare le persone e le comunità, per dar loro un aiuto concreto e per dimostrare come si possa concretizzare una strategia per il bene comune.

 

Ridurre-riusare-riciclare. “In un contesto come quello della Biennale, l’attenzione alla riduzione degli sprechi è diventata tema fondamentale dell’allestimento

TAMassociati sono da sempre allineati alla filosofia del low cost, della preservazione e dell’ottimizzazione delle risorse e del concetto (quanto mai abusato) del progettare sostenibile. Sulla regola delle “tre R” (ridurre-riusare-riciclare), anche se non ricordata esplicitamente dai Curatori, è improntata tutta la costruzione dell’allestimento del padiglione. Ridurre gli sprechi e contenere i costi, riusare le strutture preesistenti lasciando anche memoria degli allestimenti delle precedenti edizioni della Biennale, riciclare materiali e impianti dando loro una nuova vita. E pianificare, infine, anche il futuro utilizzo di questi stessi materiali una volta terminata la Biennale. La modalità low cost dell’allestimento si coniuga e si completa con il rispetto che l’apparato espositivo dimostra nei confronti dell’antica fabbrica delle Tese delle Vergini. Le installazioni temporanee si elevano dal pavimento poggiando su piedi di metallo e si mantengono a distanza da muri di mattoni e capriate lignee, dimostrando reverenza e sensibilità ed evitando un’intromissione invasiva che non permetterebbe al visitatore di percepire il rapporto dialettico con il meraviglioso contenitore storico che le ospita.

 

PENSARE: la mappa del bene comune

 

INCONTRARE: 20 progetti per 20 luoghi

 

AGIRE: 5 (+1) dispositivi per le periferie urbane

 

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Autore

  • Marco Adriano Perletti

    Architetto e PhD, svolge attività professionale occupandosi di progettazione architettonica e paesaggistica, pianificazione urbanistica e valutazione ambientale strategica. Ha svolto attività didattica al Politecnico di Milano partecipando a programmi di ricerca. Collabora con «il Corriere della Sera» e ha pubblicato: «Nel riquadro dei finestrini. L'architettura urbana nello spazio cinetico» (Milano 2005); «Novara. Sebastiano Vassalli tra città e paesaggio globale» (Milano 2008); con A. Femia e M. Paternostro, «1 e 3 Torri. Palazzo MSC a Genova» (Parigi 2017); «Architettura come Amicizia. Conversazioni con Mario Botta, Aurelio Galfetti, Luigi Snozzi, Livio Vacchini» (Brescia 2018); "Costruire sostenibile con la canapa. Guida all’uso in edilizia di un materiale naturale e innovativo" (Santarcangelo di Romagna, 2020)

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Last modified: 27 Maggio 2016