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Rigenerazione urbana: l’INU propone il Programma integrato d’area

Rigenerazione urbana: l’INU propone il Programma integrato d’area

Ai comuni l’opportunità di coordinare le risorse del PNRR in un progetto di transizione ecologica

 

Published 16 dicembre 2021 – © riproduzione riservata

Uno strumento per valorizzare le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) sui territori, affinché siano efficacemente indirizzate nelle strategie di rigenerazione urbana e transizione
ecologica e riescano a mobilitare i contributi privati. È il Programma integrato d’area (PIA), contenuto in una proposta legislativa che l’Istituto nazionale di urbanistica mette a disposizione del Governo, illustrata in un documento appena approvato dal Consiglio direttivo nazionale.

Si parte dalla convinzione che il coordinamento territoriale degli investimenti del PNRR e degli altri fondi comunitari, statali e regionali, dovrebbe essere considerato un compito d’importanza nazionale, non locale ed episodico. Occorre quindi creare le condizioni urbanistiche e fiscali propizie, perché le risorse pubbliche del PNRR siano messe in grado di attivare risorse private, e insieme con esse – sotto la regia dei comuni, che potrebbero avvalersi del PIA singolarmente o in forma associata – provvedere a rigenerare intere parti di città, secondo un progetto di rinnovamento delle reti di connessione verde e blu, di mobilità sostenibile e di produzione e trasmissione dell’energia da fonti rinnovabili integrato con gli spazi pubblici e le dotazioni urbanistiche. Il PIA realizza alcuni importanti principi della “Legge di principi per il Governo del territorio”, che resta il fondamentale obiettivo di medio periodo per l’impegno politico-culturale dell’Istituto, ed inoltre anticipa alcuni contenuti del Disegno di legge sulla Rigenerazione urbana all’esame del Senato.

Il PIA è elaborato dai comuni, singoli o associati, che attraverso di esso individuano gli interventi pubblici e privati e le aree, anche non contigue con essi funzionalmente connesse, per la cui realizzazione sono impiegati, nella loro totalità, i contributi per il rilascio del permesso di costruire di cui all’art. 16 del Dpr 380/2001. Il PIA può essere derogatorio agli strumenti  urbanistici vigenti ed assume valore conformativo dell’uso del suolo. Le sue previsioni, ferme restando le scadenze per l’impiego dei fondi
del PNRR, restano efficaci per dieci anni a decorrere dalla sua approvazione.

Durante tale arco temporale, gli immobili privati oggetto di un complessivo intervento di ristrutturazione restauro inclusi nel PIA e fruiscono dei seguenti benefici fiscali: esenzione dall’IMU; applicazione delle imposte di registro, ipotecaria e catastale nella misura fissa di 200 euro ciascuna per i trasferimenti funzionali all’effettuazione degli interventi; proroga dell’applicazione dei benefici in materia di risparmio energetico e manutenzione straordinaria stabiliti dalle norme vigenti; esenzione dai tributi per l’occupazione di suolo pubblico e dalla tassa dei rifiuti nel periodo di esecuzione dei lavori; esenzione dalla corresponsione del contributo sul costo di costruzione; deduzione dal reddito delle persone fisiche di quota parte dell’IVA in relazione all’acquisto dalle imprese di unità residenziali costituenti “prima casa”; esenzione dai tributi per l’occupazione di suolo pubblico per gli immobili a uso commerciale dopo l’esecuzione degli interventi fino alla scadenza del Programma; deduzione dal reddito del locatore delle spese ordinarie di gestione degli immobili dati in locazione; esenzione dall’imposta di registro annuale per gli immobili dati in
locazione. È inoltre prevista una serie di semplificazioni procedurali per far sì che il PIA sia definitivamente approvato e utilizzabile dai comuni entro 315 giorni.

La proposta legislativa del PIA potrebbe essere resa operativa attraverso un emendamento alla Legge di bilancio e un decreto attuativo (DPCM o DM Infrastrutture e Trasporti sostenibili) riferito alla normativa statale sovraordinata (legge n. 1150/1942). L’INU si rende disponibile a collaborare alla traduzione della proposta in atto legislativo e alla stesura di un’eventuale Circolare esplicativa.

 

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