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Giorgio SciancaWritten by: Forum

Quo vadis architetto? And the winner is…

Tutti i film vincitori con protagonisti architetti nella storia di Oscar, David di Donatello, festival di Cannes, Venezia, Berlino, Rotterdam e Sundance

 

Oscar, Leoni, Pardi, Orsi, Tigri, Donatelli, Nastri… Il cinema per promuovere se stesso ha bisogno, come ogni altro genere di spettacolo, di stilare classifiche, nominare giurati, premiare i meritevoli. Grandi produzioni contro piccoli budget: tutti devono poter ambire alla Champions League del cinema (e meno male, dico io).

Alla massima competizione, gli Oscar, solo tre film con protagonista un architetto hanno vinto la preziosa statuina: Mrs. Miniver nel 1943, Inception nel 2011 e Parasite nel 2020. A Cannes: The Tree of Life nel 2011 e Parasite nel 2019. A Venezia: Die bleierne Zeit (Anni di piombo) nel 1981. A Berlino: 12 Angry Men (La parola ai giurati) nel 1957 e Poziţia copilului (Il caso Kerenes) nel 2013. Al Sundance Film Festival: Pop Aye nel 2017 e Dead Pigs nel 2018. A Rotterdam: Wonderful Town nel 2008. Un David dell’Accademia del cinema italiano a Marcello Mastroianni per Oci ciornie nel 1988 e al finto architetto Carlo Verdone in Borotalco nel 1982.

Di seguito le mie personali schede dei film. Attenzione spoiler!

 

Mrs. Miniver (William Wyler) – 1942 USA – Walter Pidgeon

Basato sul romanzo del 1940 di Jan Struther. Sta per cominciare la Seconda guerra mondiale: l’architetto Clem Miniver, nella campagna inglese, è felicemente sposato con tre figli. Vive tranquillo, vuole soltanto nascondere alla moglie un’auto sportiva nuova. Improvvisamente la guerra: il figlio Vincent parte per il fronte, la sua giovane consorte viene uccisa in un’incursione aerea tedesca, l’architetto se ne va, poi torna alla casa parzialmente distrutta. La vera protagonista del film è la signora Miniver che tiene unita famiglia e comunità, cura i feriti (anche uno tedesco), assiste le vedove. Per lei il Premio Oscar come miglior attrice protagonista, per il film altre sei statuette, per l’architetto una “nomination”.

 

 

Inception (Christopher Nolan) – 2010 USA/UK – Ellen Page, Leonardo Di Caprio, Michael Caine, Lukas Haas

L’inizio. L’architetto Dominick «Dom» Cobb va dal suocero, il professor Stephen Miles, alla Facoltà di Architettura di Los Angeles, in cerca di un professionista più bravo di lui in grado di disegnare i paesaggi dei labirinti dei sogni. Miles gli consiglia Ariadne, una studentessa al terzo anno dotata di una fantasia inconsueta. Quello che ci vuole per far perdere ogni riferimento ai «sognatori» e portarli in uno stato di realtà parallela.

 

 

 

Gisaengchung, Parasite (Bong Joon Ho) – 2019 – ROK

Parassita. Namgoong Hyeonja è l’architetto ed ex proprietario della villa a Seoul dove vive la famiglia Park. La vecchia governante dell’architetto è ancora al suo posto ed è l’unica a conoscere la casa labirintica costruita e progettata per le riprese del film. Realtà e finzione, scale sociali, dedali verticali, stanze segrete, minimalismo, design, paradiso e inferno. Troppo per un solo film. Serie televisiva in arrivo.

 

 

 

 

The Tree of Life (Terrence Malick) – 2011 USA – Sean Penn

L’albero della vita. L’architetto Jack O’Brien è un professionista di successo con uno studio megagalattico. Però è oppresso dal pensiero della morte che così tante volte lo ha toccato da vicino. La sua è un’ossessione, cerca un senso alla vita. L’occasione della piantumazione di un albero in un complesso tutto acciaio e vetro lo porta indietro negli anni a rivivere l’epopea della sua famiglia.

 

 

 

 

12 Angry Men, La parola ai giurati (Sidney Lumet) – 1957 USA – Henry Fonda

I dodici uomini arrabbiati sono quelli chiamati a decidere, in un’afosa giornata estiva, il destino di un giovane imputato di omicidio. Il tema centrale della storia è “il ragionevole dubbio”. E chi meglio di un architetto potrebbe essere il portatore delle non certezze, dell’eventualità, delle “soluzioni che sono sempre tre”, del guardare il dettaglio ma inserito nel contesto? Infatti, dei dodici giurati, sappiamo il nome, Davis, e la professione, di uno solo. Ed è anche l’unico contrario fin dall’inizio alla pena capitale. Lentamente il giurato n° 8 rianalizza i fatti, le deposizioni. Ricostruisce “al vero”, nella claustrofobica e calda stanza del giudizio, il percorso che avrebbe dovuto fare il testimone oculare dell’omicidio, dimostrando empiricamente l’impossibilità della dichiarazione. Alla fine cambieranno tutti idea. Libero arbitrio.

 

 

Pozitia copilului, Child’s pose, Il caso Kerenes (Calin Peter Netzer) – 2013 RO – Luminita Gheorghiu

La posizione del bambino. Bucarest. L’architetto Cornelia Kerenes è vedova e ha un rapporto possessivo e protettivo con il figlio Barbu, che invece tenta di staccarsi da lei. Quando il giovane in un incidente d’auto uccide un bambino, l’architetto muove tutte le leve in suo possesso per tenerlo fuori dal carcere. Il figlio però decide di andare incontro al proprio destino.

 

 

 

Die Bleierne Zeit, Anni di piombo (Margarethe von Trotta) – 1981 D – Rüdiger Vogler

L’architetto Wolfgang assiste al dramma delle sorelle Marianne e Julianne. La prima ha abbandonato il marito e il bambino ancora piccolo, e ha abbracciato la strada della clandestinità e della lotta armata, diventando la compagna del leader del gruppo terroristico tedesco Rote Armee Fraktion. La seconda è la sua compagna di vita e non condivide la scelta estrema della sorella. Julianne e Wolfgang si trovano in vacanza in Italia quando apprendono che Marianne ed altri terroristi detenuti sono stati ritrovati morti nelle loro celle. Si parla ufficialmente di suicidio ma Julianne non è convinta. L’ossessione della compagna lo allontana sempre di più, fino all’inevitabile rottura.

 

Wonderful Town (Aditya Assarat) – 2007 T – Anchalee Saisoontorn

Città meravigliosa. Takua Pa, piccola località nel sud della Tailandia, non si è più ripresa dopo lo tsunami del 2006. Da allora è come una città fantasma, la maggior parte degli abitanti ha perso il lavoro e passa il tempo nell’inedia. Arriva uno straniero, Ton, architetto, che si ferma nell’albergo gestito dalla giovane Na. Tra i due nasce l’amore, ma la loro storia deve rimanere segreta. Na è infatti molto conosciuta e la relazione potrebbe scatenare la gelosia del fratello Wit, boss della malavita locale. L’architetto non finisce bene, anzi proprio non finisce il film.

 

 

Pop Aye (Kirsten Tan) – 2017 SGP – Thaneth Warakulnukroh

Bangkok. Deluso dalla vita sentimentale e professionale, l’architetto Thana decide di riportare l’elefante Pop Aye al suo paesello natale. Un film girato sulle strade della provincia tailandese. Il suo “elefante bianco” sta per essere demolito. Lui vuole liberare il suo compagno di giochi dell’infanzia prima che sia troppo tardi.

 

 

 

 

 

Dead Pigs (Cathy Yan) – 2018 CN/USA – David Rysdahl

La città che galleggia sul mare. Shanghai. Una donna combatte per salvare la casa di famiglia dalla gentrificazione imperante, mentre un architetto americano, Sean Landry, guida il progetto di demolizione e ricostruzione. Agisce come tanti altri progettisti occidentali allettati dal boom edilizio legato al violento inurbamento “governativo” di 300 milioni di contadini e dalla chimera di fama e facili guadagni.

 

 

 

 

 

Oci Ciornie (Nikita Michalkov) – 1987 I/USA/URSS – Marcello Mastroianni

L’architetto Romano è un mentitore triste e sfiduciato. E non riesce ad afferrare un momento di felicità, neppure quando gli si presenta l’occasione. Commedia divertente, commovente, malinconica, ironica. Seconda interpretazione delle tre da architetto per Marcello Mastroianni. La prima: Così come sei nel 1978. L’ultima: Cin cin nel 1991.

 

 

 

 

 

Borotalco (Carlo Verdone) – 1982 I – Angelo Infanti

Sedicenti architetti. L’architetto avventuroso deve provare tutto della vita: sesso, droga e rock and roll. Prima Angelo Infanti alias Manuel Fantoni alias Cesare Cuticchia e poi Carlo Verdone alias Sergio Benvenuti alias Manuel Fantoni.

 

 

 

 

 

Autore

  • Giorgio Scianca

    Architetto, è ideatore e redattore della testata giornalistica archiworld.tv (premio “Bruno Zevi” IN/Arch-Ance per la diffusione della cultura architettonica nel 2011). Nel 2010 collabora con il Centro sperimentale di cinematografia. Direttore del premio Dedalo Minosse Cinema. Autore con Steve Della Casa de “La recita dell’architetto. 1523 film e un videogioco” (edizioni SVpress, 2015)

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Last modified: 10 Maggio 2021