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Arianna PanarellaWritten by: Interni

Ripensare il lavoro: gli spazi del futuro

Ripensare il lavoro: gli spazi del futuro

Molte delle tendenze dell’architettura degli interni, che stavano già emergendo negli uffici all’avanguardia, sono destinate a diventare degli standard. Alcuni casi studio

 

Lo smart working è stata una soluzione efficace per risolvere, provvisoriamente, un problema di difficile controllo come la pandemia che ha alterato certezze e consuetudini che sembravano granitiche. Ha reso l’eccezione del lavoro da casa una regola comune a tanti, ma non può essere di certo la soluzione, perché a questa modalità si legano delle problematiche economiche (si pensi solo all’indotto generato per la ristorazione dai grandi headquater), di produttività e non da meno, psicologiche.

I mesi di lockdown hanno sicuramente dimostrato che è possibile lavorare anche da remoto, ma ci sono tuttavia numerosi aspetti che lo smart working non può garantire come l’interazione umana, il lavoro in gruppo e quindi la crescita personale che deriva dalla contaminazione reciproca e, infine, un sano equilibrio tra vita lavorativa e vita privata.

Tra le soluzioni che molte grandi aziende prevedono di utilizzare emergono spazi di lavoro flessibili, un design che mette al primo posto il benessere, arredi con un’estetica residenziale così da poter riconnettere i dipendenti all’ufficio, la presenza di piante, colori rilassanti. E ancora open space, seppur con una minore densificazione, fruibili su prenotazione tramite apposite app, soluzioni d’arredo modulari, che possono essere spostate e riposizionate facilmente, nel breve termine, per quanto riguarda l’allontanamento sociale e, sul lungo termine, per la loro flessibilità. Ma non solo un luogo di lavoro rispettoso del pianeta è diventato una priorità per molte aziende.

Mentre l’impatto complessivo generato dalle emissioni di carbonio dipende in gran parte dalle caratteristiche esterne dell’edificio, un allestimento degli spazi interni a basse emissioni di carbonio migliora significativamente l’impatto ambientale di un ufficio per tutta la durata del suo ciclo di vita, non solo riducendo i rifiuti durante la fase di costruzione, ma anche attraverso una progettazione che minimizza le emissioni durante il suo utilizzo e fa uso di arredi e materiali provenienti dal territorio locale  (design “low waste”) e sostenibili. Il design biofilico, per esempio, contribuisce a ridurre l’energia necessaria per l’illuminazione e la ventilazione, lasciando la priorità all’utilizzo della luce naturale e di pareti verdi che filtrano l’aria, e a pareti mobili in vetro che garantiscono che la luce naturale pervada lo spazio.

L’approfondimento su come cambia lo spazio degli uffici sarà suddiviso in due tappe. La prima vede protagonista Torino, con un progetto, in via di realizzazione, firmato Carlo Ratti Associati, e con un edificio realizzato a Milano dai torinesi Blaarchitettura. La seconda sarà invece dedicata interamente a Milano.

 

LEGGI LA SECONDA PARTE DELL’ARTICOLO

Headquarter Satispay a Milano

Inaugurati nel 2020, gli uffici di Satispay nel quartiere Isola sono già stati progettati a partire da un recupero edilizio con i principi del post pandemia, dai torinesi Blaarchitettura. Un blocco urbano di 2.500 mq articolato da cortili e diverse aree di lavoro separate ma collegate da specifici percorsi. L’innovazione riguarda la disposizione degli spazi, pensati per gli attuali 80 dipendenti, ma con la capacità e la flessibilità di diventare 200 in breve tempo, la gestione dei percorsi e l’approccio social-oriented.

Gli uffici tendono a portare elementi residenziali all’interno dell’ambiente di lavoro. I mobili sono progettati su misura curando ogni dettaglio e i materiali usati diventano un filo conduttore di tutto il progetto. Importante anche il progetto del verde che fa dialogare interno ed esterno: l’ambiente è ricco di piante che aumentano notevolmente la qualità della vita.

Le funzioni all’interno degli edifici, divise in diverse aree (il team di marketing con le “phone boots”, il team di sviluppatori informatici, il team legale, ecc.), sono posizionate nel modo più efficiente, affinché le persone che lavorano nella stessa squadra possano rapidamente entrare in relazione. I punti di ritrovo comune sono l’ampio cortile, l’area sociale (progettata con la massima flessibilità per diventare anche luogo di assemblee e aggiornamenti generali) e la lobby/ingresso. Una conformazione finalizzata all’ottenimento di un “villaggio”, la Casa Satispay, non solo quindi un luogo deputato al lavoro, ma un ambito creativo e accogliente.

 

 

Open Innovation Center (Gruppo Sella) a Torino

Il progetto in corso di realizzazione ad opera di Carlo Ratti Associati immagina l’ufficio del futuro post-pandemico e prevede un regime di hot desking per favorire l’interazione nello spazio fisico attraverso piattaforme digitali collaborative. A garantire sicurezza e salute dei dipendenti ci penseranno la sanificazione automatizzata delle scrivanie con luce UV-C e l’utilizzo di finestre “intelligenti” che garantiscono una circolazione continua tra interno ed esterno, limitando la diffusione di microrganismi e riducendo l’esigenza di ricambi d’aria, così da migliorare al tempo stesso l’efficienza energetica dell’edificio.

Negli uffici immaginati per il Sella Lab, dedicato a start-up e iniziative fintech, una sequenza di piani terrazzati crea aree d’incontro intorno alla tromba della scala principale che funge da fulcro, mentre la nuova ventilazione a recupero di calore verrà impiegata in sostituzione di sistemi di riscaldamento, ventilazione e condizionamento convenzionali che, in questo momento, sono visti come facilitatori nella diffusione di virus e batteri. Con questo modello si va oltre l’immagine tradizionale dell’open space costellato di scrivanie individuali e si configura un layout più complesso che favorisce la creatività e promuove modalità più sicure di condivisione dello spazio.

 

 

 

Autore

  • Arianna Panarella

    Nata a Garbagnate Milanese (1980), presso il Politecnico di Milano si laurea in Architettura nel 2005 e nel 2012 consegue un master. Dal 2006 collabora alla didattica presso il Politecnico di Milano (Facoltà di Architettura) e presso la Facoltà di Ingegneria di Trento (Dipartimento di Edile e Architettura). Dal 2005 al 2012 svolge attività professionale presso alcuni studi di architettura di Milano. Dal 2013 lavora come libero professionista (aap+studio) e si occupa di progettazione di interni, allestimenti di mostre e grafica. Dal 2005 collabora con la Fondazione Pistoletto e dal 2013 con il direttivo di In/Arch Lombardia. Ha partecipato a convegni, concorsi, mostre e scrive articoli per riviste e testi

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Last modified: 11 Maggio 2021