Fino al 23 luglio la mostra alla Kunsthalle di Bielefeld, in Germania, ripercorre l’impegno militante di Alfred Barr e Philip Johnson nel diffondere, attraverso il nascente MoMA, i principi del Bauhaus
BIELEFELD (GERMANIA). Mancano due anni al centenario della nascita del Bauhaus a Dessau ma nell’attesa gli appassionati possono godersi la notevole mostra a tema, approdata in Germania dopo le tappe di Montréal e Boston, ricca di pezzi d’autore d’oltreoceano e nuovi contenuti.
La sede che l’ospita, forse unica papabile in Europa dal momento che la Kunsthalle di Bielefeld è il solo museo progettato da Philip Johnson nel vecchio continente, fa da perfetto sfondo al racconto del sodalizio artistico e dell’amicizia di due pionieri del secolo breve, affamati di modernità, apostoli dei principi del Bauhaus in un’America piuttosto reazionaria, che trasformarono nella nuova frontiera artistica, conducendo (Alfred Barr in qualità di direttore generale, Johnson della sezione Architettura) il nascente primo Museo di Arte Moderna – MoMA di New York (1929).
Nell’esposizione allestita da Giulia Foscari (UNA Team) s’incrociano molti temi chiave che contraddistinsero il loro miracolo americano. C’è spazio per i tributi alle prime, leggendarie esposizioni targate Barr-Johnson al MoMA stesso (1932-34) e a celebri istituzioni/personaggi con cui collaborarono, accanto alla riscoperta di nomi meno noti e loro contributi. S’inizia con la sala dedicata a “Machine Art” (1934, cui si ascende percorrendo un’esatta copia della rampa del Seagram Building a New York di Johnson e Mies van der Rohe), che fa da centro a un racconto altrimenti cronologico nelle altre che le gravitano attorno: l’oggetto di design è insieme unico (come un gioiello sotto-teca su singolo basamento) e riproducibile all’infinito (come simulato dalle riflessioni delle pareti-specchio sistemate tutt’intorno). Accanto vengono presentati alcuni interessanti inediti, scoperti negli archivi newyorkesi, come la galleria fotografica di Ruth Bernhard su pannelli di velluto rosa o il wallpaper che narra la missione evangelica compiuta da questa prima nonchè leggendaria mostra di design in giro per il Continente. Infine alcune opere di maestri (Moholi Nagy, Gropius e ancora Mies) nelle sale dedicate a Werkbund-Bauhaus, “Modern Architecture” (1932), MoMA, Walker Art Center, Detroit Modern Art Institute e agli appartamenti dei due amici-vicini di casa, contrapposti qui nello spazio così come spesso lo furono i loro proprietari nella vita: da un lato l’edonismo destrorso del futuro premio Pritzker nel most modern interior in America, dall’altro l’umanità della signora Marga Barr, indefessamente impegnata ad aiutare molti artisti del Bauhaus in fuga dal nazifascismo verso il nuovo mondo.
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Immagine di copertina © The Museum of the City of New York, Art Resource New York
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“Partners in Design. Alfred H. Barr Jr. und Philip Johnson – Bauhaus-Pioniere in Amerika“
Fino al 23 luglio 2017
Kunsthalle Bielefeld
Artur-Ladebeck-Str. 5, 33602 Bielefeld, Germania
Curatore: David Hanks
Allestimento: UNA Team (Giulia Foscari con Barbara Materia, Daniel Springer e Hannah Denim)
Catalogo: Arnoldsche Art Publishers
Promotori: Kunststiftung NRW / Kulturstiftung pro Bielefeld / Terra Foundation for American Art / Rudolf-August Oetker-Stiftung / Brigitte e Arend Oetker
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germania , mostre
Last modified: 30 Giugno 2017